Regia di Gus Van Sant vedi scheda film
Già nell'incipt il regista fa entrare lo spettatore in questa storia, una storia il cui racconto comincia con Suzanne Stone, e fortunatamente non sarà la sola voce che ascolteremo, come la sua non sarà la sola versione della storia.
Da Morire è una commedia nera che racconta la storia di Suzanne Stone, il cui unico sogno è quello di diventare una star del giornalismo, e per questo sogno è capace di calpestare chiunque ostacoli il suo cammino.
Un personaggio la cui assenza di scrupoli morali non può far altro che sconcertare lo spettatore.
Nicole Kidman giustamente premiata col golden globe, dimostra di essere un attrice capace di camminare con le sue gambe, e smessi i panni di signora Cruise, ci regala un personaggio la cui cecità porta alla distruzione di tutti coloro che la circondano.
Ma cosa ci racconta anche Gus Van Sant, regista di Da Morire, senza dubbio uno dei suoi migliori titoli, ne fa una critica al vetriolo sulla middle class americana, e soprattutto sulla voglia di apparire ad ogni costo.
Suzanne da abile manipolatrice, accetta il lavoro in una piccola emittente locale, da ragazza tuttofare sfianca il suo capo riuscendo a condurre il meteo, e da lì andrà a girare persino il documentario gli adolescenti parlano...ed è proprio qui che incontra James, Lydia e Russell, che circuirà non appena il marito le metterà i bastoni tra le ruote...
L'unica soluzione accettabile per Suzanne, che non accetta un fallimento nel suo vocabolario, è quella di sbarazzarsi dell'ingombrante marito usando quei ragazzini del documentario.
Il colpo le riesce, eccome se le riesce, ma...non ha fatto i conti con la famiglia del marito.
Gus Van Sant dirige un film, il cui personaggio principale è una donna incapace di guardarsi intorno, per lei esiste soltanto il suo sogno, e per quello è disposta a qualsiasi cosa, persino a vendersi l'anima al diavolo.
Daltronde Suzanne, con i suoi tailleur pastello, i suoi capelli biondi cotonati, le sue unghie perfettamente laccate, incarna il prototipo di barbie apparentemente senza cervello, la cui assenza di scrupoli morali non può far altro che inorridire.
Un personaggio complesso, che difficilmente entra in simpatia, vuoto, totalmente incapace anche di empatia, egoista fino al midollo e solo Nicole Kidman poteva interpretarlo in maniera sincera e realistica.
Gus Van Sant dal canto suo, dirige un opera di lucida follia, criticando la sfrenata ambizione e il mondo della tv, che genera mostri, anche se hanno l'aspetto rassicurante di una barbie.
Un film che fa riflettere sulla vuotezza di un personaggio, che per raggiungere il suo sogno ed essere quello che vuole diventare non guarda in faccia nessuno.
Un opera dura e spietata che non può fare altro che sorprendere, diretta da un regista che viene dal cinema indipendente e sa benissimo cosa vuole raccontare, e specialmente come vuole farlo.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta