Regia di Richard C. Sarafian vedi scheda film
Non sono d'accordo con l'opinione precedente. Il film è imperfetto, è vero e non è poi bellissimo, ma sarebbe da guardare con più attenzione, soprattutto prima di etichettare il finale come banale.
[si fermi qui chi non vuole sapere troppo]
Infatti la pazzia del protagonista che si ernde manifesta solo nelle ultime battute è più complessa di quanto non sembri ad un'analisi superficiale. Dove finisce il sogno e dove inizia la realtà? A mio avviso restano possibili varie ipotesi tra cui la mia preferita è questa: Tim è impazzito in seguito alla morte della zia (in cui, forse, ha avuto un ruolo attivo, magari perchè lei insisteva affinchè riprendesse i contatti con i vecchi amici drogati da cui lui si vedeva minacciato), dopo di che ha perso il senno. Tutta la parte "londinese", a cominciare dal confuso viaggio di ritono è pura invenzione, in cui lui ha creato personaggi irreali a partire da alcuni volti che ah veduto prima di impazzire. Così si spiegherebbe la somiglanza tra la turista che ha trovato il corpo della zia e l'immaginaria fidanzata. A questo punto risulta fortemente drammatica l'immagine e flash dove Tim si vede chiuso in una camicia di forza e che, contestualizzata sembra una scena di rehab, ma che in realtà apparirebbe unica immagine del mondo reale presentata nella seconda parte. L'atmosfera di irrealtà palpabile è resa con l'insistere della telecamera sul protagonissta, spesso mostrando solo dei particolari del volto, sugerendoci che ci troviamo all'interno di un suo sogno. I tanti piccoli particolari inquietanti conducono verso la soluzione finale: si spera fino in fondo che il complotto ci sia, ma, a ben guardare la pazzia è l'unica soluzione possibile.
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