Regia di Salvatore Samperi vedi scheda film
Domanda: è un bene o un male che in questo film Laura Antonelli non si spogli mai? Dovrebbero rispondere all'interrogativo soprattutto coloro che stigmatizzarono il film di Samperi come un opportunistico doppione di Malizia, originato dal successo probabilmente impensato di quest'ultima pellicola. Per quanto mi riguarda, pur non essendo insensibile alla grazia dell'attrice istriana, penso che sia un bene. Perché il regista avrebbe potuto calcare la mano sugli aspetti libidinosi della prima pellicola, cercando di sfruttare in prima persona il filone "malizioso", cui attinsero successivamente molti altri cineasti, magari meno dotati dell'autore di Grazie zia (1968).
Invece Samperi tenta la carta del romanzetto di formazione erotica, sulla scia di qualche opera letteraria francese qui anche citata (De Musset) e, sebbene non tutto funzioni, il risultato è meno volgare di quanto si andava vedendo al cinema in quegli stessi anni in cui usciva Peccato veniale.
Del tutto inaccettabile è, per esempio, l'assurda koinè di dialetti messa in piedi da Samperi sulle spiagge viareggine: fiorentina Lilla Brignone, brianzoleggiante Tino Carraro, sul furlano la Antonelli, napoletano Orazio Orlando, sul romanesco andante Alessandro Momo e venesiàn de canàl Lino Toffolo, con una comparsata alle cime di rape per Lino Banfi e uno spruzzo siculo con il carotone Stefano Amato. Un guazzabuglio difficilmente digeribile dal punto di vista linguistico. Da ricordare, invece, una giovanissima e radiosa Monica Guerritore.
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