Regia di Stefano Incerti vedi scheda film
Negli anni novanta il regista napoletano Mario Martone, già brillante innovatore della scena teatrale con il gruppo FALSO MOVIMENTO, irrompe nel cinema italiano con MORTE DI UN MATEMATICO NAPOLETANO. Il suo cinema, ancor di più con i successivi L’AMORE MOLESTO e TEATRO DI GUERRA, ha portato una ventata di originalità e freschezza squarciando l’asfittico e prevedibile panorama cinematografico nazionale. Ma non solo. Ha riversato un indotto di prestigiosi attori, tecnici, produttori e futuri registi. A dire il vero ha fatto anche da volano ad alcuni registi partenopei che avevano esordito prima di lui, vedi Antonio Capuano e Antonietta De Lillo, poi sono venuti Pappi Corsicato, Stefano Incerti, Nina Di Majo fino a Paolo Sorrentino. Ciò che ha accomunato tutti è stata la capacità di raccontare e reinventare una Napoli inedita e mai vista sul grande schermo. Una di queste tante Napoli è quella de IL VERIFICATORE, esordio alla regia dell’ex aiuto di Martone Stefano Incerti. Crescenzio è un corpulento ragazzo di trent’anni che va di casa in casa a leggere i contatori del gas. Vive con i genitori e il fratello Beniamino. Quest’ultimo lavora come tecnico in un laboratorio di elettronica gestito da un proprietario mariuolo e ambiguo. Crescenzio ha un introverso rapporto sentimentale con la timida segretaria del laboratorio Giuliana. Beniamino e il fratello caratterialmente sono all’opposto: solare, ambizioso e donnaiolo l’uno quanto chiuso, silenzioso e rassegnato l’altro. Gelosie, violenze sessuali, tragici errori e il gas saranno la pietra tombale dei tre protagonisti. Il film ha lo sguardo triste e il passo lento del protagonista Crescenzio, il quale con dolente fissità e congenita infelicità tiene dentro le sue emozioni per poi esplicitarle in modo sbagliato e confuso. Come dire, la sua vita sembra trovare compimento solo nella tragicità. Incerti regala al caratterista (già utilizzato da Fellini e Argento)e attore di teatro Antonino Iuorio un bel ruolo che questi interpreta con bravura e intensità. Il regista descrive una Napoli sotto Natale piovosa, lugubre, elegantemente brutale e inospitale. Il sesso come volgarità e violenza. Nel cast autoctono, tra gli altri, si fanno apprezzare alcuni validi attori dell’alveo teatrale di Martone come Roberto De Francesco (un tempo richiestissimo) nei panni di Beniamino, Renato Carpentieri in quelli del viscido principale ed Enzo Moscato che in un cameo recita “Vulesse volà”. E poi la delicata Eloide Treccani, la giovanissima Teresa Saponangelo e Franco Angrisano. Nicola Giuliano e Paolo Sorrentino sono rispettivamente direttore e ispettore di produzione della pellicola.
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