Regia di Pappi Corsicato vedi scheda film
Il cinema di Corsicato, almeno nel suo lato migliore, è una risultante originale, in chiave partenopea, di diversi elementi. Riferimenti visibili ad una prima occhiata sono ovviamente Pasolini (basta pensare alla camminata sull'asfalto di Iaia Forte), Buñuel (i miracoli e gli antimiracoli delle mani della Favorita, ma anche le uova che si rompono e bagnano il grembo e le gambe di Angela, più o meno come nei film I figli della violenza e Adolescenza torbida), Almodovar e, in parte, anche Fassbinder, che pure rimane il modello di un altro indipendente napoletano, quale Piscicelli. La trama è anch'essa un condensato di elementi eterogenei, compresi riferimenti alla mitologia classica, filtrata attraverso l'estetica del peplum (Angela scaglia un masso contro Adamo - che si rifugia in una grotta - alla maniera del Polifemo dell'Odissea).
In I buchi neri quasi tutta la materia imbastita da Corsicato funziona a meraviglia. Quasi tutta, perché vi sono eccessi e forzature, che però non risultano del tutto gratuiti, in quanto vanno a rafforzare il discorso del regista sul grottesco, che sembra dominare la vita dei suoi stralunati personaggi.
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