Regia di Jay Karas vedi scheda film
Un ragazzo e una ragazza si cambiano il corpo. La sceneggiatura perde il filo e il regista non sa più cosa ci sta a fare. Un bel po' di confusione.
Questa è una delle volte in cui non capisco le recensioni positive su un film, come sulla rivista di Film TV. A me sembra un modesto teen-movie, estremamente mirato per il pubblico degli adolescenti, con tanto di messaggini delle chat in sovrimpressione, ma incerto sulla via da seguire. Gli attori sono al livello tipico da commedia americana o sit-com, cioè fanno quel tanto che basta, qualcuno fa lo scemo, e sono stati scritturati solo o quasi per la loro bellezza.
Il punto debole principale e lo sviluppo del soggetto stesso, cioè lo “scambio di corpo” tra un ragazzo e una ragazza. La sceneggiatura evita del tutto di mostrare il prevedibile spaesamento di trovarsi di colpo in un corpo femminile, e viceversa, mentre si sofferma sulla difficoltà dei due a condurre le rispettive vite, tra famiglia e amicizie, e di tenere in mente tutte le abitudini dell'altro. Ad un certo punto il film sembra suggerire che in fondo i due adolescenti si sono adattati abbastanza bene al proprio nuovo corpo e alla psicologia dell'altro sesso, e strizza l'occhio alla teoria gender. Emblematica, in questo senso, l'inquadratura dei due con sullo sfondo, proprio dietro a loro, le porte dei bagni della scuola, sulle quali campeggia la gigantografia maschile e femminile.
Infine il film abbandona questa strada, per virare su una specie di inno all'aiuto reciproco tra l'uno e l'altro, per risolvere i problemi che hanno nelle loro vite, e aiutarsi a capire quello che non erano riusciti a capire fino a quel momento.
È evidente che la Disney sia andata a pescare nel classico del 1977 “Tutto accadde un venerdì”, che però i ragazzi di oggi non hanno visto e con il quale quindi non possono fare paralleli. Quello era condotto con maggiore intelligenza e sensatezza nello sviluppo narrativo (era lo scambio di corpo tra una madre e la figlia adolescente). Tuttavia “il ripescaggio” è fallito: dialoghi banali, una forzata allegria da sit-com anche nei momenti drammatici, molte incertezze nella sceneggiatura sul messaggio da dare, e personaggi sbozzati sotto il minimo necessario. L'unico punto positivo è il ritmo, che è spigliato e vivace, ma che non basta a salvare da una noia che bussa alla porta già quasi da subito.
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