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La belle histoire

Regia di Claude Lelouch vedi scheda film

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LIBERTADIPAROLA75

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La recensione su La belle histoire

di LIBERTADIPAROLA75
8 stelle

Quasi 2000 anni di storia separano alcune esistenze destinate ad incontrarsi di nuovo nello stesso luogo. Forse il film più ambizioso del grande Claude Lelouch!

Gesù Cristo nella sua Passione... un bambino spagnolo, Jesus, accerchiato da un gruppo di amichetti, gioca a fare il torero con un vitellino, mentre in una arena un vero matador affronta il toro... Quasi 2000 anni separano le scene... Cos'hanno in comune? Qualche anno dopo ritroviamo il bambino e un'amichetta del gruppo cresciuti. Adesso vorrebbe diventare lei, che gestisce un ranch, una torera. Mentre lui, gitano, sogna la libertà. Altrove un gruppo di motociclisti prepara un viaggio. Qualcuno è destinato ad incontrarsi di nuovo.

 

 

 

 

Nel culmine creativo della sua carriera il genio Claude Lelouch gira uno dei suoi film più (se non, addirittura, il più!) ambiziosi. Ancora una volta parla del destino dell'uomo e della possibilità che due persone siano predestinate ad incontrarsi (o rincontrarsi di nuovo) però lo fa in un modo non facilmente comprensibile a tutti, alternando storie incrociate (rappresentate, metaforicamente, da una enorme ruota panoramica acquistata da Jesus) su più piani temporali (cosa già fatta in passato): con l'infanzia dei protagonisti, alternanza di parabole su Cristo, allusioni all'importanza delle api nel Mondo (una bambina, Marie, è ossessionata dalla storia delle Api d'Israele che gli racconta una marionetta, cresciuta insegna in una scuola elementare utilizzando le api e viene estromessa dal mondo dell'istruzione, lei è convinta di essere una rivoluzionaria che, in una vita precedente, per colpa di ciò, era stata ritenuta una strega e bruciata sul rogo, ma forse era già vissuta ancora prima in Israele ai tempi di Cristo), poi c'è una ragazza, Odona, sboccata che sfrutta la propria avvenenza per turlupinare il prossimo ma è innamorata della figura di Cristo su di un santino, ha fatto un voto di pellegrinaggio e frequenta un poliziotto, convinto di averla conosciuta in una vita precedente, che fa dei sogni dove alcuni soldati romani massacrano gli ebrei, il moderno Jesus/Gesù cerca il padre che ha mai conosciuto (lo spirito santo? No, un ciclista francese che, durante una tappa spagnola del Tour de France ha fatto sesso con sua madre), un battitore d'asta, dedito alla truffa, entra in possesso di oggetti storici forse risalenti ai primi anni del Dopo Cristo. Se è chiaro, fin dall'inizio, chi sia il nuovo Jesus non è subito chiaro chi sia (delle ragazze protagoniste del film) la nuova Maria Maddalena, così come pure non è chiara la figura dei comprimari. A tratti ci sono allusioni anche alle Guerre Arabo Israeliane (con i soldati iracheni che bombardano Tel Aviv e perseguitano gli ebrei e i terroristi palestinesi che fanno saltare in aria gli aerei israeliani) e alla potenza del dollaro nel Medioriente.

 

 

 

 

Tra la Spagna, Parigi e Israele una lunga parabola costruita con interessanti (e grotteschi) dialoghi come:

 

"Questa è la mia ultima lezione, ma in questa vita! Perché ci ritroveremo in un'altra vita!"

 

"La morte ha piu fantasia della vita."

 

"La prigione non è una chiesa. Puttana sono entrata e puttana ne uscirò!"

 

e un ampio uso di linguaggio basato su stronzo, puttana, cazzo, scopare, etc...

 

 

 

 

 

 

 

 

Uno degli episodi che si intersecano (per poi unirsi e fare chiarezza, più o meno, su quanto di poco chiaro c'è nel film) ricorda il bellissimo TUTTA UNA VITA di una ventina di anni prima.

 

Una delle sequenze più spettacolari, nella sua violenta ferocia (ricostruisce uno dei più violenti massacri perpetrati dagli antichi romani ai danni degli ebrei d'Israele), ambientata nell'antica Gerusalemme, è stata girata nei dintorni di Luberan e Avignone, Francia, perché le riprese in Medioriente, nel deserto, erano difficili (se non impossibili) per la troupe a causa della Guerra del Golfo (info sulle location a cura del Dizionario del Turismo Cinematografico).

 

 

 

 

"Ritornerai, nei miei sogni, alla Montagna delle Api..."

 

 

Film troppo difficile ed ambizioso per essere un totale capolavoro, comunque notevole nella sua grandezza espressiva.

 

 

Recensione scritta da Davide Lingua, Dizionario del Turismo Cinematografico, Verolengo, Wikipedia.

 

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