Regia di Antonio Margheriti vedi scheda film
Due amici, un pilota e un meccanico, furoreggiano nel giro delle corse automobilistiche clandestine. Tutto sembra andare a gonfie vele, finché la malavita non si mette in testa che i due devono perdere. Loro, naturalmente, non ne hanno alcuna intenzione.
Per quanto avvezzo a quasi qualsiasi tipo di genere cinematografico, è difficile immaginare che Antonio Margheriti fosse entusiasta all’idea di girare una commedia sul mondo delle corse automobilistiche clandestine dai toni fumettistici e con lieto fine automatico come questa; Car Crash è una pellicola realizzata con assoluta cura e neppure brutta di per sé, ma che certo sfiora l’insignificanza per i contenuti e che poco ha a che fare con il cinema avventuroso e fantasioso del regista, che si firma col solito pseudonimo Anthony M. Dawson. Il soggetto è di Marco Tullio Giordana (che aveva appena esordito dietro la macchina da presa con Maledetti vi amerò, opera di tutt’altro stampo), la sceneggiatura di Massimo De Rita, già più abituato all’ambiente del cinema popolare, cioè destinato all’intrattenimento spensierato della massa; il risultato è una storiella con morale facilotta in cui i buoni sono buoni – e vincono – e i cattivi sono cattivi, venendo pertanto puniti nel finale. Da segnalare di buono c’è solo Vittorio Mezzogiorno come protagonista, persino sprecato in tale contesto; accanto a lui, tra gli altri, Joey Travolta – fratello meno noto di John, Ana Obregon, John Steiner e Sal Borgese. Mestiere, budget limitato, risatine, qualche scena spettacolare sulle vetture in corsa: basta. Coproduzione fra Italia, Spagna e Messico. 3/10.
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