Regia di Peter Jackson vedi scheda film
Paquita, ragazza dolce e sognatrice, si innamora a prima vista di Lionel, timido, impacciato e completamente sottomesso alla tirannica madre, che gli vieta qualsiasi contatto con altre donne. Quando l’anziana vedova, pedinando il figlio uscito di nascosto con la ragazza allo zoo, viene morsa da una scimmia-ratto che la infetta uccidendola, per i due sembra prospettarsi uno spiraglio. Sennonché la morta subisce una rapida trasformazione in un insaziabile e aggressivo zombie, che in breve contagia altra gente. Per la giovane coppia inizia così una dura lotta contro un’orda di agguerriti cannibali non morti.
Peter Jackson, dieci anni prima di raggiungere i fasti di Hollywood e di girare le milionarie saghe fantasy di Tolkeniana ispirazione, era un ragazzaccio neozelandese che si divertiva a prendere in giro i colleghi americani giocando con gli stereotipi e le assurdità del cinema horror di bassa lega. Con un gusto irriverente e paradossale Braindead mescola citazioni a go-go tratte, oltre che da produzioni splatter di serie B, anche da autori come Romero e Raimi, inserendo nel sanguinolento calderone alcune acide frecciatine alla società bigotta degli anni ’60, in cui è idealmente ambientata la storia.
La trama, sostanzialmente incentrata sul rapporto morboso e conflittuale tra madre e figlio, diventa poco più di un pretesto per scatenare una sequenza di uccisioni e smembramenti resi con una certa inventiva, coadiuvata da trucchi ed effetti molto efficaci e crudi, ma alleggeriti dai toni grotteschi e da un umorismo tanto dissacratorio, quanto a tratti puerile, specialmente nei dialoghi.
Spettacolo macabro, decisamente per stomaci forti.
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