Regia di Umberto Marino vedi scheda film
Il giovane Claudio, fallita una rapina e inseguito dalla polizia, ripara in un appartamento, purtroppo per lui non vuoto: dentro c'è una ragazza in carrozzina, che finisce inevitabilmente sequestrata dal criminale. Gli appelli ad arrendersi, da parte del commissario che staziona fuori dalla palazzina, cadono nel vuoto, e Claudio chiede l'intervento di un giornalista tv e di un cameraman, per spiegare ai media la sua situazione.
Secondo lungometraggio a soggetto per l'ambizioso Umberto Marino, che in questo caso ripropone in veste cinematografica, con una sceneggiatura di Umberto Marino, un soggetto di Umberto Marino già trasformato da Umberto Marino in testo teatrale (Dove nasce la notizia). Difficile valutare positivamente questo Cuore cattivo, nonostante le buone intenzioni palesi da parte dell'autore; ma al di là di esse non si va. L'affondo contro lo strapotere dei media, e la violenza da essi sotterraneamente propagata, è piuttosto blando e la scarsa azione, pressochè interamente concentrata in un appartamentino con una manciata di personaggi in tutto, non è certo un elemento accattivante per le simpatie dello spettatore. Così come la forzatissima recitazione di un pur volenteroso Kim Rossi Stuart, costretto dal copione a recitare per un'ora e mezza in un romanesco sbracato, burino, imitazione (chissà se del tutto involontaria) del Lorenzo di Corrado Guzzanti. Nel cast anche Valerio Mastandrea, Massimo Ghini, Cecilia Genovesi, Clarita Gatto, Massimo Wertmuller, Massimo Popolizio. Marino tornerà sul grande schermo due anni più tardi con Finalmente soli, commedia-affresco generazionale dalle simili pretese e dalla simile riuscita di questo Cuore cattivo: alte le prime e modestissima la seconda. 2,5/10.
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