Regia di Yan England vedi scheda film
Il calvario di Tim, proteso a incoraggiare l'affetto del suo amico, ma nel contempo devastato dall'incapacità di sorreggere il peso della responsabilità di dichiarare apertamente le proprie attitudini sessuali, soprattutto di fronte ad un branco ignorante, superficiale ed assassino. Ancora intolleranza inaccettabile nel crudele mondo adolescenziale
CINEMA OLTRECONFINE- FRENCH FILM FESTIVAL 2018
Tim è un sedicenne timido e riservato, ma intelligente e con brillanti prospettive sia dal punto di vista del profitto scolastico, sia per quanto riguarda le discipline fisico-motorie.
Nel liceo che frequenta eccelle in particolare in atletica, con particolare riguardo alla corsa, nella specializzazione degli 800 metri.
Quando un amico si scuola si dimostra sempre più affiatato e coeso nell'ambito di un lavoro in comune nel laboratorio di chimica, di fatto la loro amicizia diviene da una parte attrazione fisica, dall'altra - quella di Tim - almeno una curiosità da sondare e sperimentare.
Ma quell'amicizia intima ed esclusiva diviene oggetto di mira da parte del gruppo malizioso e in malafede di alcuni compagni di scuola, in particolare nei confronti del suo diretto antagonista di specialità sportiva.
Sarà solo l'inizio di un calvario si intolleranza ed episodi si bullismo che, nonostante la solidarietà di amici fidati, farà affiorare la tragedia, spezzando vite innocenti e succubi di una tensione insopportabile.
Il film del giovane regista canadese Yan England, alla sua seconda opera di fiction, non racconta nulla di veramente nuovo né sperimenta nuove tecniche o strategie narrative degne di nota.
Ma è comunque un'opera utile a mettere il dito su una piaga devastante come quella dell'intolleranza vetso tutti coloro che non si omologano a quanto il gruppo e la maggioranza predilige e rende prassi comune.
In questo senso il piccolo film, a volte sin un po' pedante, serve a raccontarci con sinvrrs profondità di intenti, i sottili e comprensibili turbamenti esistenziali e i dubbi atroci che affliggono una gioventù naturalmente protesa a cercare di comprendere e far luce sulle più intime attitudini di vita, sessuali ma anche intime e strettamente caratteriali.
Valido studio dei turbamenti adolescenziali di una età difficile da gestire anche quando si rispettano i canoni più largamente condivisi, 1:54 (il cui titolo si riferisce al tempo minimo necessario per aggiudicarsi la partecipazione alle gare scolastiche di atletica) è un film artisticamente solo medio, ma nobile di intenti, avvalorato dalla interpretazione intensa del giovane Antoine Olivier Pilon reso celebre da Xavier Dolan nel notevole e concitato Mommy. Tra gli altri attori di contorno, riconosciamo l'altrettanto giovane Sophie Nelisse, resa celebre dal famoso (ma edulcorato, svenevole e mediocre) "La ladra di libri".
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