Regia di Jeremy Profe vedi scheda film
La sera dell'8 dicembre 1980 in un ospedale di New York viene portato John Lennon, ferito a morte da un pazzo armato di pistola. Durante il lungo - e vano - intervento per tentare di salvargli la vita, nei corridoi di quello stesso ospedale si aggira un giornalista, ricoverato in seguito a un incidente stradale e smanioso di raccontare alla sua redazione ciò che sta accadendo.
"Prima sono un giornalista e poi sono un uomo" è la frase-choc e il perfetto slogan di questo film, che ricostruisce gli ultimi minuti su questa Terra per John Lennon e il contemporaneo arrabattarsi di Alan Weiss per comunicare ai colleghi della stampa la notizia del ferimento a morte della popolare rockstar. The Lennon report è un pamphlet senza mezzi termini che liquida la figura del giornalista paragonandola a una sorta di parassita sociale; la forma pseudotelevisiva scelta da Jeremy Profe e i contenuti blandamente superficiali, veicolati da una narrazione ultralineare e dialoghi terra terra, sono già di per sè un giudizio sull'opera. A poco serve il tentativo di riabilitare almeno parzialmente la figura di Weiss facendolo comparire durante i titoli di coda, contrito, per dichiarare che dopo quel tragico evento il suo modo di considerare il suo mestiere è completamente cambiato (peggio la pezza del buco, come si dice in gergo). Scritto da Walter Vincent e dal regista, qui alla sua opera prima, The Lennon report è un film dallo scarso appeal estetico, contenutisticamente corretto ma poco approfondito e che ha senza dubbio almeno un pregio: quello di rimanere confinato nella durata di poco più di ottanta minuti. Nel cast nessun nome di rilievo, nè volti particolarmente efficaci; si segnalano Karen Tsen Lee nella parte di Yoko Ono, Gregory Barr come John Lennon (effettivamente quasi mai sullo schermo), Brandon Garegnani nelle vesti del discografico David Geffen, il primo a essere chiamato da Yoko e ad accorrere all'ospedale, e del già citato Vincent nel ruolo di Weiss. 2,5/10.
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