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Capricorn One

Regia di Peter Hyams vedi scheda film

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George Smiley

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La recensione su Capricorn One

di George Smiley
9 stelle

"Capricorn One" è un film...fantastico, per certi versi sottovalutato, sicuramente tra i migliori di (falsa)fantascienza degli anni '70. È un thriller politico ispirato alla famosa teoria del complotto sull'Apollo 11, la quale sostiene che la missione relativa al primo sbarco umano sulla Luna sarebbe stata un inganno orchestrato dalla NASA. Senza addentrarsi sulla validità di certe affermazioni, il film ripropone questa annosa questione in un futuro che potrebbe essere anche presente o passato per narrarci la macchinazione che vede coinvolti tre ignari astronauti al fine di simulare una missione su Marte e su cui si troverà ad indagare quasi per caso il giornalista Robert Caulfield (un bravo Elliot Gould), svelando poco a poco la matassa di un mistero che vede coinvolti la NASA, il governo e gli interessi di alcune grandi imprese...

Al suo terzo film Peter Hyams colpisce il bersaglio grosso, dirigendo un film che sorprendentemente incassò bene al botteghino negli USA e nel resto del mondo e, nonostante le opinioni contrastanti dei critici, fece parlare di sè a lungo. Merito di un soggetto forte e ben calato nella realtà del tempo, di una confezione di pregevole fattura a cui Hyams contribuì personalmente con la sua fotografia, di un'iconica colonna sonora di Jerry Goldsmith e dell'ottima regia del solito Hyams, solidissimo quando si tratta di thriller cospirazionistici come questo e di film di fantascienza ma altalenante negli altri campi.

"Capricorn One" ci mostra come il potere di manipolare l'informazione e i mezzi di comunicazione di massa possano plasmare l'opinione pubblica fino a produrre un vero e proprio falso storico a fini economici e politici: la ragione di stato è inevitabilmente messa in primo piano a dispetto delle vite di persone innocenti la cui unica colpevolezza è conoscere la verità. E non lesina frecciate nemmeno all'ipocrisia delle alte cariche di governo, ree di indossare mille maschere diverse a seconda del tipo di pubblico di fronte al quale si trovano, e all'ambizione di certi uomini senza scrupoli che non hanno rimorsi a sacrificare persone come pedine per conseguire i loro obbiettivi. Ma "Capricorn One" è anche un film sul cinema e sulle sue splendide finzioni, su come un set con un po' di sabbia, uno shuttle finto e uno sfondo dipinto possano trasformarsi nel suolo marziano e nella sua atmosfera rosseggiante per la gioia di miliardi di spettatori sparsi in tutto il globo. E infine il parallelismo tra l'ambiente del Pianeta Rosso e il deserto in cui si trovano i tre astronauti mentre tentano di sfuggire ai loro aguzzini ci rammenta curiosamente come esistano ancora adesso in epoca civilizzata territori "alieni" alla vita umana in cui i protagonisti dovranno fare appello ad ogni loro capacità per sopravvivere.

Le circa due ore di durata scorrono piacevoli e senza affanni, grazie alla regia di Hyams e alla sceneggiatura che si concentra contemporaneamente sulle vicissitudini dei tre astronauti e sull'inchiesta del giornalista Robert Caulfield. Estremamente adrenaliniche le sequenze di inseguimento aereo sul finire del film, fra le più belle che io abbia mai visto (anche se per certi versi poco credibili) e che mi hanno fatto sentire sulle montagne russe come non mi era mai successo in precedenza guardando un film (alla faccia dei blockbuster da 200.000.000 di dollari). Un capolavoro ancora oggi attuale.

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