Regia di George Seaton vedi scheda film
Un professore di filosofia in pensione, vedovo e con un figlio morto in guerra, decide di suicidarsi dopo aver finito di scrivere il suo ultimo libro, non aspettandosi più nulla dalla vita. Una giovane coppia, senza soldi e in attesa di un bambino, si fa ospitare nella sua soffitta: lui frequenta l’università, ma è tentato di abbandonare gli studi per mettersi a vendere auto usate; lei ha una parlantina irrefrenabile, un’allegra vitalità e un enorme spirito di adattamento. Niente male, per una commediola rivolta a un pubblico di bocca buona: edulcorata, semplicistica, ma sincera. Riesce a dire qualcosa di non banale sulle difficoltà di reinserimento dei reduci, sul destino dei matrimoni di guerra alle prese con la vita quotidiana, su Socrate e il senso della democrazia (“guarda cosa è successo alla Germania”). C’è persino una battuta su Hiroshima: “un soldato mi scrisse che la vita lì era terribile, ma mai come nella mia soffitta”. William Holden e Jeanne Crain sono giovani, carini e affiatati.
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