Regia di Nanni Loy vedi scheda film
I quattro bischeri toscani tornano insieme dopo le avventure dei primi 2 episodi. Il Sassaroli (Celi), il Mascetti (Tognazzi), il Melandri (Moschin) e il Necchi (Montagnani), stavolta si rinchiudono, per così dire, in una casa di riposo per anziani, dove vivono amori, amicizie e duelli con gli attempati coinquilini. Tra una zingarata e l’altra, continueranno ad imperversare con le solite, clamorose esplosioni di perfida genialità, anche se l’età si fa sentire…
Il terzo episodio della splendida saga delle zingarate, trova un nuovo regista (Loy, che sostituisce lo storico Monicelli) e perde un protagonista: il Perozzi. Un pelino sotto gli altri due episodi, ma anche “Amici miei, atto III”, alla lunga, si rivela un piccolo capolavoro di comicità all’italiana, sui generis per il periodo (meno volgare rispetto ai pecorecci di Vitali e di Banfi, anche se fortemente influenzato da questo trend). Straordinari Moschin e Tognazzi, con alcune scene memorabili: su tutte il tradimento della promessa sposa del Melandri, adeguatamente messa alla gogna pubblicamente: “Questa donna… è la più grande puttana della storia secolare del meretricio…”: geniale!
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