Regia di Nanni Loy vedi scheda film
Terzo episodio delle avventure di un affiatato gruppo di amici fiorentini, uniti dall'amicizia e dal piacere di imbastire scherzi irriverenti. Il conte Mascetti, semiparalizzato in conseguenza di un malore, vive in una lussuosa casa di riposo (oppure ospizio, a seconda dei punti di vista). Gli amici Necchi, Melandri e Sassaroli lo vanno a trovare molto spesso, partecipando alle burle che il nobile decaduto organizza all'interno dell'istituto, e compatendolo per la malasorte che lo ha colpito. Ma l'età avanza; chi prima, chi dopo, tutti loro lo raggiungono stabilendosi all'interno della casa di riposo. La regìa è affidata a Nanni Loy, il quale replica il medesimo schema dei prequel. Un filo conduttore tiene insieme una serie di episodi i quali mostrano gli scherzi più o meno cattivi e le loro conseguenze organizzati dai protagonisti. Alcuni momenti di gran divertimento - lo scherzo della finta "TV per la terza età"; la finzione nei confronti del Lenzi, un ospite dell'istituto, convinto di poter fare un patto con il diavolo per ringiovanire; il "sabotaggio" della storia d'amore tra il Melandri e la focosa, benchè anziana, Amalia Pecci Bonetti, altra ospite dell'istituto - si accompagnano ad una malinconia montante. L'intera vicenda è ambientata in una casa di riposo, un po' ospedale, un po' albergo, un po' ... prigione, ove gli anziani vivono in una sorta di reclusione dorata in attesa che l'età o una malattia chiuda per sempre i loro occhi. Nel momento in cui entrano in istituto, il loro passato, i loro meriti, ciò che hanno fatto o rappresentato, conta solo tra loro. Trattati come bambini dal personale, quasi ignorati dal mondo esterno, non rimane loro altro che l'illusione di poter continuare ad essere le persone di prima; ci provano nonostante gli acciacchi - la dignità d'un generale dai modi d'altri tempi, ad esempio, è minata dall'incontinenza - ma non possono opporsi al trascorrere del tempo. Ogni tanto, una camera si libera; un materasso viene sbattuto; al posto di un ospite ne giunge un altro. E' la sorte che tocca, in quest'ordine, a Melandri (Gastone Moschin), al Necchi (Renzo Montagnani) con la moglie Carmen - che lo segue di malavoglia e poi lo abbandona - al Sassaroli (Adolfo Celi), i quali si ricongiungono con piacere al Mascetti (Ugo Tognazzi, probabilmente il miglior attore in scena), loro ispiratore; il loro spirito è sempre vivace, ma il fisico non è più in grado di stargli dietro. Ho trovato questo episodio non all'altezza dei precedenti; il cinismo graffiante che caratterizzava il predecessore lascia spazio ad un umorismo "pruriginoso" e grottesco certamente meno incisivo. Inoltre, subentra una certa stanchezza dettata dalla ripetitività. Film comunque piacevole, a tratti molto divertente, nonostane il "letto" di maliconia evocata dall'ambientazione.
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