Regia di Eric Rohmer vedi scheda film
Il Flaiano Film Festival di quest'anno nella retrospettiva su Rohmer( ma perchè non programmare quell'oggetto di culto mitologico che è ormai diventato Perceval le gallois?) mi ha permesso di riapprezzare questo misconosciuto film di Rohmer,uscito quasi di sopresa nel bel mezzo del ciclo dei Racconti della Quattro Stagioni,seguito subito dopo dall'anomalo(per Rohmer,inedita per lui la strutturazione ad episodi)Incontri a Parigi.Lo vidi in vhs a noleggio(all'epoca c'erano addirittura videonoleggiatori che prendevano i film del grande autore francese che non sono propriamente così commerciali) poi non ho più avuto occasione neanche di incrociarlo e non mi sembra che esista in dvd.Diciamo subito che a chi non piace il cinema di Rohmer questo film non farà cambiare idea.E la signora che era a fianco a me in sala doveva essere una di quelle.Per tutto il primo tempo ha perso gradualmente quota nel sedile affondandoci dentro fino a che ha reclinato decisamente la testa.Addormentata per qualche minuto,poi una volta sveglia ha abbandonato la sala prima dell'intervallo.Un vero peccato per lei.Questo è un Rohmer a 24 carati che partendo da una lezione di grammatica a proposito delle proposizioni dubitative e dividendo il tutto in sette quadretti racconta la storia di un sindaco socialista che per usare cospicui finanziamenti a disposizione vuol costruire un complesso faraonico che funga da mediateca a costo di abbattere un albero secolare.I personaggi sono tipizzati con cura,le parole fluiscono con il solito ritmo musicale a scandire le varie posizioni,c'è il solito disquisire ironico su massimi sistemi e minimi comuni denominatori ma qui si parla soprattutto di politica.Da una prospettiva assolutamente diversa dal solito:Rohmer sembra che guardi tutto dall'alto,sia una sorta di entità super partes(forse però un minimo di simpatia va all'ecologismo propugnato dal maestro di scuola), descrive analiticamente tutte le posizioni in campo sforzandosi di essere il più neutro possibile ma sfoderando una gentile ironia che spesso si traveste da paradosso.Anzi sembra che Rohmer per la prima volta prenda amabilmente in giro i suoi personaggi, o meglio le posizioni sociopolitiche che essi assumono.La politica diventa un gioco delle parti leggero e allo stesso tempo beffardo,il film rapidamente si tramuta in una raffinata riflessione su quello che può voler dire la politica nella vita di tutti i giorni.Senza soffermarsi sulle brutture a cui siamo ormai abituati:ogni parere ha uguale diritto di cittadinanza,tutti hanno il diritto di partecipare al gran balletto finale,la canzone che intonano tutti i personaggi in gioco.Perchè questo film finisce in una canzone quasi a voler testimoniare ulteriormente la sua valenza giocosa....
inutile aggiungere altre parole
pasionario ecologista
non male
ok
bravo
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