Regia di Mario Monicelli vedi scheda film
A distanza di 7 anni dal primo, arriva anche il secondo capitolo sui principi delle zingarate Melandri, Mascetti, Sassaroli e Necchi (al secolo Moschin, Tognazzi, Celi e Montagnani). A proposito di quest’ultimo, la sua presenza in quello che fu il ruolo di Duilio Del Prete sconvolge un po’ gli equilibri, dato che nel primo film era proprio Montagnani a doppiare in italiano il Perozzi, ossia l’attore francese Philippe Noiret. Il quinto “madrigalista moderno” non è assente in questo film, nonostante sia morto nel primo, grazie al reiterato ricorso ai flashback. Proprio la natura maggiormente episodica, nel senso di frammentaria, della struttura del film lo pone un gradino sotto all’epigono, anche se nel complesso “Amici miei, atto II” è un buon prodotto, soprattutto coerente con gli stilemi che lo spettatore ha imparato a conoscere (sarcasmo, risate amare, malinconia). Grave pecca rimane la sciattezza in alcuni aspetti della scrittura, specie per quanto concerne la plausibilità cronologico-temporale di numerose situazioni. Le parti migliori sono quella del battesimo del Melandri, vessato ai limiti del sadismo dal resto della combriccola, e della presa di coscienza del Mascetti in merito alla gravidanza della figlia. Rispetto al primo film i narratori si alternano. Finale commovente. Seguito da un terzo, inferiore, capitolo firmato da Nanni Loy tre anni più tardi.
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