Regia di Mario Monicelli vedi scheda film
Quasi sempre nella storia del cinema il "remake" di film di successo si è rivelato (...e si rivela tutt'oggi) un flop. Questo film, invece è l'eccezione alla regola. Mentre "il primo atto" di Amici miei, seppur esilarante su molte scene, presenta qualche momento di ''pause'' che, tuttavia, questo film non presenta; il secondo episodio (ritoccato con la presenza più comica di Montagnani al posto di Del Prete) ha scene comiche a raffica, senza interruzioni, che ti levano il respiro. La presenza delle zingarate e della memorabile scena della torre di Pisa viene contrapposta alle malinconiche (..e quasi commoventi) scene finali che vedono il conte Mascetti (alias Tognazzi) rimanere paralizzato. Qui, nonostante le disgrazie, si vede ancora una volta il gruppo unito come lo si era visto nel primo episodio, al funerale del Perozzi (Noiert).
Sicuramente un cast eccezionale che fa di questo film un mix completo di avventure e risate, senza volgarità cosa che ad oggi e molto difficile da trovare. 9
Emiliano Mascetti (Tognazzi) conte, Guido Necchi (Montagnani) barista, Sassaroli (Celi) professore e luminare della scienza, Rambaldo Melandri (Moschin) architetto del catasto trombato per pochi voti all'assessorato, si ritrovano al cimitero per l'anniversario della morte dell'amico Giorgio Perozzi (Noiret). Inizia da questa scena l'imbarazzante quanto divertente sequenza di scene comiche. Uno strordinario Haber, incalzato da Celi, si infuria con la defunta moglie, dopo che il medico gli rivela la sua presunta storia d'amore con essa. Al concerto di musica sacra i cinque si esibiscono con una canzone che fa impallidire tutta la platea. Il Perozzi affida il figlio a Mascetti invece di portarlo al "canile" (oppure, secondo Necchi "bambinile") il quale glielo riporta dopo avere "sputtanato" lui e sua moglie Alice (Milena Vukotic). Il Melandri, battezzatosi, segue la fidanzata bigotta in una via crucis dove viene la pidato e preso a calci dai compagni, per rispettare quello che dice il vangelo; Tognazzi qui si veste da Giuda, il quale non poteva essere presente perchè già morto: a chi gli fa notare ciò lui risponde che se ne frgava altamente perchè era pura "di molto incazzato". Per sopraggiugere a questo evento Sassaroli rimanda in corsia un malato grave dicendo che doveva affrontare un caso di vita o di morte! La scena della torre di Pisa, che viene sgomberata dal gruppo al grido di "crollo imminente!". Lasciati i turisti con le corde in mano per trattenere la torre, vengono fermati da un vigile che chiede i documenti al conducente Necchi, reo di non aver visto il divieto: egli risponde che era forestiero! Il vigile constatato che la patete non era qualla del "Becchi" li lascia andare lasciando il povero barista nel dubbio di essere "becco". Aveva la patente nel portafoglio, messo nella tasca posteriore, come tutti. Come il signore di Brescia proprietario della patente lasciava i pantaloni sulla sedia della camera da letto come tutti. Proprio come tutti. Quello li avrebbe lasciati a Brescia, quando era a Brescia, ma quando era a Firenze nella camera da letto del barista! Allora, il povero barista, consolato dal Mascetti, arriva alla sofferta conclusione, la quale conclusione verrà resa nota dallo stesso Mascetti che gli dice di "essere astuto come un cervo". Il Necchi, rispondendo che "doveva essere astuto come una volpe, semmai", viene interrotto nuovamente dal conte: "si, ma la volpe non c'ha mica le corna!" Insomma come si capisce è un film tutto di un fiato da godersi fino alla fine. Merita veramente.
buona
nulla
Memorabile nelle scene del disperato conte come nel play-boy decaduto. Indimenticabile la scena con Montagnani dove gli dà del cornuto; altra scena, triste e cinica, quella della lettura del tema di Luciano (figlio del Perozzi) il quale lo definisce o un bugiardo o uno che si è ridotto priprio male. La sua interpretazione è da cineteca.
Forse quello che si vede di meno ma che ha una rilevanza forte nel film. Troppo forte nella scena della via crucis.
Il tocco in più come la ciliegina sulla torta. Finto serio che ne fa di tutti i colori.
Quello che mancava nel primo episodio, ed a mio avviso sta tutta qui la differenza. Mentre nel primo episodio si sentiva solo la voce (doppiava Noiret) in questo film la sua presenza diventa primaria quasi come quella di Tognazzi. E' protagonista di una delle scene migliori: quella in cui scopre il tradimento della moglie. La scena finale che lo vede commuoversi durante la gara per disabili fa venire un senso di tristezza.
Ottima, forse il miglior Moniceli degli ultimi vent'anni.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta