Regia di Enrico Oldoini vedi scheda film
Arieccoli! Filmauro si sbarazza dei Vanzina e si affida a Enrico Oldoini (che cura regia, soggetto e sceneggiatura), abbandonando quindi i tratti salienti dei figli d'arte, tra cui il solito piattume registico e la loro straordinaria capacità di voler fare satira sociale pur non avendone le doti. Infatti il sequel del regista spezzino è scevro di morale, è un frullato di scherzi, gag e sesso servito accanto a una delle atmosfere anni '80 più eccessive che il cinema ricordi.
La regia è semplice, il montaggio è frenetico, si passa da una scena all'altra in un nanosecondo e, sebbene a volte si esageri con questa frenesia, il film risulta più godibile rispetto al precedente. Tra qualche guizzo della macchina da presa e una fotografia più che accettabile curata da Sergio D'Offizzi, a volte ci si dimentica di quanto i personaggi siano rozzi e volgarmente arricchiti. Insomma, ci si lascia trasportare e, in due o tre occasioni, si riesce pure a esclamare: "toh, va che bella 'sta scena!". Raramente accade con i due vacanzieri.
Molto curata la colonna sonora, che si nutre di italo-dance e disco anni '80 ancora più del precedente capitolo: le canzoni sono pertinenti e danno una marcia in più a ogni scena, come a quella di apertura (la partita di poker), resa ancora più d'effetto con Tom Hooker in sottofondo, o l'arrivo dell'atleta sovietica a bordo del motoscafo di Sandro.
Insomma, Sandro, Lorenzo, Giacomo e Willy sono tornati all'ennesima potenza: più ricchi, più idioti e più volgari. La loro ossessione per il lavoro è solo marginale in questo film e lascia posto alla loro malattia per soldi, sesso e lusso. Una pellicola che ha in sé le peggio premesse, ma non uccide lo spettatore, grazie al lavoro di grandi professionisti fuori scena e (perché no?) dall'amalgama creata da quei quattro stronzi (nel senso più amorevole del termine), che ormai si conoscono e sanno come valorizzarsi l'un l'altro.
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