Regia di Pasquale Festa Campanile vedi scheda film
L'uomo che si appresta a condividere un appassionato momento nel lettone di una bella signorina, che vive in un attico con le pareti a vetri, e sedicente diplomatico sempre in viaggio, per l'appunto è il marito di un'amica della giovane, e viene scoperto presto: scatta così una vendetta della sposa, la quale le gioca tutte per far pentire il coniuge della brutta sorpresa che le ha fatto. In un'epoca in cui i cambiamenti di costume erano all'ordine del giorno, la metà degli anni Sessanta, in cui ci si apprestava a spingere sempre più in là quel che si poteva mostrare, e gli argomenti di cui si poteva trattare sul versante sesso, al cinema, le commedie a proposito di rapporti tra uomini e donne fioccavano: qua l'intenzione è di mettere in burla le certezze da maschio, con l'autocompiacimento del cercare piacevoli diversivi qua e là, seguiti dal terrore di ritrovarsi le odiatissime corna a propria volta. Quinta regia per Pasquale Festa Campanile, "Adulterio all'italiana" non è uno dei titoli migliori di una filmografia comunque discontinua: vorrebbe pungere certi aspetti della mentalità dell'uomo italico, ma è spuntato, non ha gran verve brillante, è percorso per tutta la sua durata, in pratica, da una canzoncina scioccherella (qui si tratta di "Bada Caterina" di Carmen Villani, ma è un vizio che si coglie in molti titoli analoghi dell'epoca, contrappuntati da melodie yè-yè di poco sapore), e non convince, soprattutto, un Manfredi che sembra tenere a freno la propria carica di interprete, per un ritratto di borghesuccio cui non viene nemmeno messa in evidenza la fondamentale insulsaggine.
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