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Agoraphobia

Regia di Lou Simon vedi scheda film

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La recensione su Agoraphobia

di undying
1 stelle

Pastrocchio che tenta, maldestramente, di miscelare il giallo/thriller con l'horror. Fallendo miseramente a causa di sceneggiatura, interpretazioni e regia che -definire mediocri- è un eufemismo.

 

Faye (Cassandra Scerbo), per quanto giovane ha avuto una brutta vita: il padre ha lasciato la madre per un'altra donna. Inoltre è in cura dal dott. Murphy (Tony Todd) perché impossibilitata ad uscire di casa poiché affetta da agorafobia, ovvero la paura degli spazi aperti. Rimasta orfana, eredita un ingente patrimonio e una lussuosa villa, nella quale si trasferisce con Tom (Adam Brudnicki) avvocato in carriera e suo fidanzato. Ma appena preso alloggio nell'enorme fabbricato, Faye oltre a non poter uscire di casa, comincia ad avere visioni di ombre, e avverte rumori insoliti fino a convincersi che il fantasma del padre  (morto nella casa) sia presente e tenti di comunicare qualcosa.

 

locandina

Agoraphobia (2015): locandina

 

Lou Simon si è studiato il giallo italiano ispirato ai Diabolici di Henri-Georges Clouzot, ovvero lo psico-thriller di Lenzi e Miraglia. Peccato però che non abbia un minimo, un pizzico, un leggera parte del talento dei nostri autori del passato. Perché sono trascorsi quasi cinquanta anni da film come Orgasmo o La dama rossa uccide sette volte e riprovarci adesso, con questi mezzi e questi artisti  (impossibile empatizzare con i personaggi, soprattutto con l'antipaticissima Cassandra Scerbo) può solo essere un tentativo fallito soprattutto se il tutto(mal)fare che lo realizza (sceneggiatura, regia e produzione) ha il discutibile tenore artistico di questa Lou Simon, novella cineasta che -qualcosa suggerisce- ce la ritroveremo più o meno ad annoiarci diverse altre volte (in passato, dopo un fiasco del genere, i set sarebbero stati preclusi alla regista). Più che sorprendere per l'implausibile assunto (decisamente irrealistica la malattia della protagonista, che è si riportata negli annali di patologie cliniche ma non con questo livello di agressione), quello che lascia basiti é la sciatta messa in scena, dove -a cominciare dagli interpreti- nulla è minimamente credibile. Un giorno qualcuno si chiederà pure perché i protagonisti dei film americani siano tutti milionari, come la sventurata Faye, che ha ereditato un patrimonio di trenta milioni di dollari (senza contare la tenuta di cui ha preso possesso). Questa diseducativa tendenza tipica di produzioni peraltro povere e mal realizzate (gli effetti speciali fanno qui un salto nel tempo: con ritorno agli Anni '60) contribuisce ad accentuare il distacco tra lo spettatore e i personaggi che si muovono in un ambiente fasullo e inverosimile, nonché palesemente misero di sentimenti e valori. Da segnalare la presenza dell'attore di colore, Tony Todd, rimasto legato al genere per aver interpretato Candyman e i vari Final destination. Qui ingaggiato in un ruolo sintetico ed evidentemente accettato per questioni prettamente alimentari  (nessuno gliene può fare una colpa, basta che non diventi uno standard, come è accaduto per molti altri attori famosi). 

 

 

Il film è disponibile nel catalogo Koch Media (che dello stesso regista propone anche Hazmat) in una ottima edizione bluray con immagine perfetta in formato anamorfico 2.35:1. Peggio l'audio (in dolby 5.1 DTS) a causa di un doppiaggio da telenovela Anni '80...

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