Regia di Lou Simon vedi scheda film
Film che consacra (ahinoi) alla regia la transfuga cubana Lou Simon. Novella sgraziata (tecnicamente) scopertasi cinematografara, che difetta sia in direzione che in sceneggiatura. In quale dei due settori sia di maggior incompetenza è però difficile dire... perchè fare di peggio è quasi impossibile.
Alla terza stagione la trasmissione televisiva Scare Antics, un "real show" basato su scherzi terrificanti compiuti da conoscenti ai danni di una vittima scelta, trova definitiva chiusura. Questa volta la troupe ha scelto una isolata struttura all'interno della quale i cellulari sono stati banditi. Peccato che, dopo essersi chiusi dentro, il soggetto sottoposto a scherzo reagisce malissimo: indossa una tuta ad isolamento, comprensiva di maschera anti NBC e, rinvenuta un'accetta, è deciso a vendicarsi. Duramente.
Lou Simon, regista di origini cubane ma emigrata in Florida in giovane età, scrive una bruttissima sceneggiatura, priva di coerenza e ritmo. Nonostante tutto crede nel progetto e debutta con questo inguardabile HazMat, inutile copia sbiadita di tanto slasher Anni '80 (con saccheggio da Venerdì 13 e Halloween, di quest'ultimo anche nelle scialbe e tardive derive finali con ambientazione televisiva stile "Grande Fratello"). E il bello è che, in patria e ad un Festival di Berlino, questa inguardabile ciofeca vince pure qualche premio, lasciando dubitare sulla serietà delle giurie coinvolte. HazMat non funziona in nulla, a cominciare dalla schizofrenica e debole impostazione tematica: a volte è un POV, poi subito rinnega la triste condizione del sotto (sotto) genere ma l'incapacità degli attori, seconda solo al budget inesistente che impone effetti speciali decisamente casarecci, e una storia piena di risvolti incredibili (la troupe si priva di cellulari e i tecnici della trasmissione lasciano nella struttura una pericolosa accetta) contribuisce a rendere la visione del (mal)girato una sofferenza al limite della tortura. E non sarà certo qualche spruzzo di liquido che simula il sangue (presente in patetici effetti prostetici) a ravvivare il ritmo di un prodotto che mai avrebbe dovuto raggiungere la distribuzione, per restare invece più logicamente confinato in proiezioni private o a qualche Festival. Purtroppo la regista conferma di non essere portata, realizzando in seguito l'altrettanto irrisolto Agoraphobia. Anche qui oltre alla debolezza di una sceneggiatura inverosimile e caratterizzata da brutti dialoghi, lo stile di regia impone uno stato pressochè soporifero nel tormentato spettatore...
Koch Media procede nel recupero di film datati (questo è un 2012) ma sbaglia obiettivo (a quando Laid to rest 1 e 2?). Ovviamente il bluray è indefettibile, con il film offerto in HD. Nonostante il brutto doppiaggio, gli effetti DTS Master audio 5.1 fanno comunque il loro bravo lavoro. La durata della versione si ferma ad 1h20m17s: un tempo che sembra infinito per un simile prodotto.
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