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La Petite Mort - Nasty Tapes

Regia di Marcel Walz vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La Petite Mort - Nasty Tapes

di undying
4 stelle

Un tripudio di effettacci gore e splatter, senza alcuna finalità narrativa. Dalla Germania, un disgraziato esemplare di cinema inappropriatamente dissacrante. Seconda parte di una serie, disgustosamente, immorale.

 

locandina

La Petite Mort - Nasty Tapes (2014): locandina

 

Francoforte. Un ex Night club è stato convertito in luogo di perdizione, ma non in termini sessuali. La Maison de la Petite Mort, vede un cambio di gestione con l'entrata in scena di Matheo Maximè (Mika Metz). Nei sotterranei dell'ambiguo locale, facoltosi clienti possono dare sfogo alla loro selvaggia crudeltà, pagando per uccidere uomini e donne. Il servizio funziona anche per chi è lontano, collegandosi via chat: in tal caso, ad eseguire le esecuzioni, ci pensano Dominique (Annika Strauss) e Monique (Yvonne Wölke), due Angeli della Morte pronti a mettere in atto non convenzionali siparietti tematici, a base di spettacolare torture porn.

 

La-Petite-Mort-2-Nasty-Tapes-Deutscher-Trailer

 

Per palati fini, ottantadue minuti di scene splatter e gore di discutibile gusto, con accanimento in prevalenza su corpi maschili (e con un paio di evirazioni da pelle d'oca). Annika Strauss e Marcel Walz scrivono una sceneggiatura da internamento (se ancora esistessero i manicomi, un posto gli sarebbe riservato). Le petite mort - Nasty tapes è un film privo di senso, con siparietti che vorrebbero essere ironici mentre invece indispongono per quanto inutilmente dissacranti. Non è una questione di bigottismo, ma di buongusto, che manca del tutto a Walz, come dimostra il vedere in azione due donne in divisa da nazista, truccate da Hitler (con baffetti) mentre simboli di maschera anti-NBC (in sovrimpressione a coprire le SS) si muovono sullo schermo, con intenzioni ironiche. Da rimanere, a dir poco, perplessi, soprattutto quando la vittima, confinata in una camera a gas (La bolletta del gas è il titolo dello sketch) viene apostrofata in questi termini: "Che te ne pare della lezione di storia?". Un prodotto ben poco edificante, per il basso livello morale che copre tutta la durata del film. Nonostante l'edizione italiana sia attenta a nascondere il 2 del titolo, si tratta della seconda parte di una serie anticipata da Le petite mort (2009), primo capitolo rimasto inedito in Italia. In questo nuovo ciclo di supplizi sconcerta la -voluta- cattiveria senza senso, accostata al tentativo infelice di giustificare l'idea che un luogo del genere possa essere, in qualche modo, legittimato (sia pure ufficiosamente) magari su Internet.

 

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Chiaramente Walz e la Strauss hanno fatto proprio il principio di Hostel, spostandolo su un piano -se possibile- ancora più inaccettabile. Aberrante nei presupposti (ogni esecuzione, quindi la vita umana, vale poche decine di migliaia di euro) e inutilmente crudele, con sconfinamento nel delirio quando il "gestore" de La maison, interpretato dall'androgino Mika Metz (deceduto a novembre del 2017 a nemmeno cinquant'anni) si cuce al petto un seno femminile, e poi procede all'autocastrazione, amputandosi il membro. D'altra parte la filmografia di Walz -escluso il remake di Blood feast (2016) e la trasferta americana  di Rootwood- denota che il regista deve, necessariamente, avere idee poco chiare sul concetto di arte. Da noi era già arrivato qualcosa di suo, direttamente in home video, ovvero il brutto Seed 2, e questa seconda distribuzione (sempre targata Koch Media) ce lo fa apparire, più che un regista, un macellaio. L'appassionato di cinema horror ripudia lavori di questo tenore, realizzati nel più semplice ed elementare obiettivo di mettere in scena effetti disgustosi. Che non fanno certo paura, né riflettere. Non sono funzionali ad una storia ma -al contrario- mancano persino del doveroso rispetto alla memoria di chi, sfortunatamente, si è trovato per davvero in una camera a gas. Magari solo perché non ariano. Beninteso, nessuno evoca il ritorno della censura, ma perseguire logiche di "intrattenimento" così contorte significa automaticamente ripudiare il favore del pubblico. Da segnalare due partecipazioni amichevoli, quella di Uwe Boll e Mike Mendez.

 

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Spettacoli e prezzi / a' la Maison 

Elenco, con titoli, dei segmenti di tortura che costituiscono Le petite mort - Nasty tapes

- Bisbigli: uomo, 28.000 € - Taglio di orecchie, naso e bocca

- Passione e tacchi a spillo:  due uomini, 45.000 € - Amputazione delle dita

- L'ora del sushi: uomo, 23.000 € - Cannibalismo orientale 

- Detenzione: due uomini, 61.000 euro - Evirazione con cavatappi, amputazione delle mani

- Inri: uomo 18.000 € - Commissione online, con richiesta di crocifissione e cucitura della bocca 

- Sei quello che mangi: donna, 26.000 €

- Trapunta patchwork: donna, 35.000 € - scorticamento con lembi di pelle cm 20x20

- Dolcetto o scherzetto: uomo, 15.000 € - Elettrocuzione

- Menages a trois: tre uomini, 70.000 € - Taglio della lingua, del capezzolo e rimozione unghie dei piedi

- La bolletta del gas: femmina, 22.000 €

 

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Sui titoli di coda Walz dedica il film a Margarethe e Ernst Bayer. Non sappiamo dire quanto i due -se potessero saperlo- avrebbero gradito il pensiero.

 

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