Regia di Jordan Peele vedi scheda film
Intelligente satira sociale con spunti surreali al falso mito dell'America evoluta, accogliente e tollerante.
Una giovane coppia mista, Chris afroamericano orfano di genitori e aspirante fotografo, Rose bianca studentessa di buona famiglia, riceve l’invito a trascorrere un fine settimana nella villa di campagna della famiglia della ragazza. L’accoglienza ricevuta dal giovane è insolitamente cordiale e affettuosa, ma dietro l’affettazione di tanta generosità e apertura mentale si cela una realtà inquietante.
Film ibrido che ha in sé elementi del thriller psicologico, della commedia nera, della fantascienza e dell’horror e che riesce ad intrigare e intrattenere grazie ad un ritmo straniante, a dei dialoghi arguti e intelligenti e ad un’ottima costruzione narrativa della tensione. Oltretutto il giovane protagonista, Daniel Kaluuya, esordiente, recita in maniera naturale e credibile, facendo percepire allo spettatore tutto il turbamento, la paura e la rabbia provata dal personaggio nel corso della storia, aiutato dall’interessante e puntuale regia di Jordan Peele, anche lui alla sua priva prova sul grande schermo, che gioca con luci e ombre, suggestioni e visioni oniriche, dettagli e inquadrature su campo lungo.
Una satira insolita, amara e dissacratoria al bigottismo e alla falsa tolleranza di un’America periferica ancora lontana da quegli ideali di fratellanza e uguaglianza di cui tanto si fa vanto, purtroppo confermata anche dai recenti e frequenti episodi di razzismo e terrorismo.
Imperfetto, a tratti un po’ troppo supponente e surreale, ma sicuramente un prodotto che si distingue dalla massa.
Da vedere.
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