Regia di Jordan Peele vedi scheda film
Chris e Rose stanno insieme solo da 5 mesi. Chris è un bel ragazzo di colore e Rose una giovane bianca. I due si preparano per andare a passare un lungo week end dai genitori di lei, che non sono stati informati del colore della pelle del nuovo ragazzo della figlia. Chris pare preoccupato da questo “particolare”, mentre Rose lo rassicura sulla mentalità aperta dei suoi genitori. Una volta lasciato il cane di Chris dal suo amico Rod, la giovane coppia si avvia (quasi) spensierata per il loro fine settimana. Purtroppo lungo la strada investono un cervo e questo incidente rovina lo stato d'animo dei ragazzi, che arrivano così con un po' di ritardo alla casa di Rose. I genitori di Rose, Dean e Missy Hermitage, mettono subito a loro agio Chris, che appare comunque distaccato rispetto a certi atteggiamenti troppo confidenziali dei due genitori di Rose. Inoltre in casa ci sono Georgina e Walter, la domestica e il giardiniere di colore di casa Hermitage, che appaiono come due figurine stereotipate delle persone di colore di 100 anni prima: sottomessi e senza personalità. Anche Rose rimane sconcertata da alcuni comportamenti dei suoi parenti, soprattutto quando a cena si unisce a loro il fratello Jeremy, che comincia a sfottere pesantemente Chris, avendo modi alquanto aggressivi. A mettere sulla difensiva Chris e Rose è soprattutto la richiesta da parte di Missy e di Dean di ipnotizzare Chris per farlo smettere di fumare. Missy è infatti una rinomata psichiatra e da tempo ha collaudato un metodo con l'ipnosi per far perdere il vizio del fumo a chi ce l'ha. Durante la notte Chris, mentre cerca di fumare una sigaretta in solitudine, incontra Missy che riesce a ipnotizzarlo senza che lui possa rendersene conto. La mattina seguente tutto appare più strano, quasi grottesco agli occhi del ragazzo, che inizia a cogliere ogni sfumatura degli atteggiamenti degli inquilini di quella casa in maniera amplificata e inquietante. Rose cerca di rassicurarlo, dicendogli che se ne sarebbero andati appena finito il raduno annuale organizzato dai genitori in memoria dei suoi nonni. Al ricevimento partecipano esclusivamente persone di pelle bianca, a parte un giovane nero, vestito con un completo anni '30, in compagnia di una donna bianca che potrebbe essere per età sua madre. Chris rimane sconcertato dall'atteggiamento del giovane nero, dei due domestici e di tutta quella gente che lo osserva come un fenomeno da baraccone, rivolgendogli domande imbarazzanti. Chris cerca appoggio nella sua ragazza, poi nel suo amico Rod rintracciandolo per telefono, a cui invia una foto rubata al ragazzo in completo anni '30. Tutto si confonde in un recital grottesco, che sfocia in una situazione da vero horror una volta che Chris riesce a collegare tutti i puntini di quella inquietante situazione, rivelandogli un disegno folle nato molti anni prima dalla mente contorta del nonno di Rose. Mi fermo qui con la sinossi del film, perché il bello di questo primo lavoro di Jordan Peele sta proprio nella scoperta e nel lasciarsi stupire dall'atmosfera che il bravo regista (nonché sceneggiatore) riesce a costruire minuto dopo minuto. La prima parte (una ottima prima parte) del film è strutturata in modo e maniera da non lasciare niente per scontato, nel non dover formulare un finale a “colpo di scena” per poter salvare capra e cavoli lasciando lo spettatore insoddisfatto e deluso. Il trucco sta sia nella scrittura di una buona storia che non fa acqua, ma anche e soprattutto nella descrizione emotiva e psicologica dei personaggi (tutti anche quelli di contorno) che permettono così alla storia di risultare credibile e di far nascere quella sorta di empatia tra personaggi e spettatore necessaria per la buona riuscita di certi generi di film. La Blumhouse Production ci ha abituato bene in questi ultimi anni, una casa di produzione che segue e “protegge” le proprie creature permettendo al genere horror o thriller di ritrovare i vecchi fasti di un tempo che fu. Bravi gli attori, che riescono a cogliere il vero spirito del film. Brava e inquietante Catherine Keener nella parte di Missy la madre di Rose. Molto bravo l'attore protagonista Daniel Kaluuya, quasi sempre in scena riesce a modulare molto bene lo stato di agitazione con l'incredulità per quello che gli sta succedendo, aumentando l'ansia e l'agitazione minuto dopo minuto dello spettatore. Peele è al suo primo film ma non è la sua prima esperienza lavorativa, prima di “Scappa – get out” c'è stata molta televisione sia come regista, come sceneggiatore che come attore, credo che questa esperienza gli sia servita per arrivare preparato (molto preparato) ad un film che in mani inesperte sarebbe sicuramente risultato pasticciato sennonché ridicolo. La “gavetta” delle serie deve essere servita molto al giovane regista per confezionare un film teoricamente complicato da raccontare in soli 103 minuti. Buon esordio, lo tengo d'occhio.
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