Regia di Jordan Peele vedi scheda film
Questo film, che all'epoca fu salutato come una grande novità ed ebbe entusiastiche recensioni, si potrebbe definire come un horror progressista in salsa woke. Uno di quei polpettoni della nuova Hollywood politicamente corretta in cui si cerca di infilare in gola allo spettatore un messaggio di fustigazione autorazzista nei confronti dei bianchi e ideologicamente orientato a favore di neri, lgbt e altre vere o presunte minoranze. Stavolta il messaggio esplicito e conclamato è che i bianchi sono invariabilmente dei pericolosi psicopatici di cui non bisogna mai fidarsi, mentre i neri , oltre ad essere quelli buoni e intelligenti, sono così alla moda e fisicamente superiori che i bianchi vorrebbero addirittura sostituirsi a loro e impossessarsi dei loro corpi. Per capire quanto la trama sia razzista basta semplicemente invertire i ruoli, e cioè mettere dei bianchi al posto dei neri e dei neri al posto dei bianchi. Ci si accorge subito, che a parti invertite, il film verrebbe immediatamente bollato come un'operazione becera e studiata a tavolino, traboccante di un razzismo goffo e didascalico, messo lì allo scopo di "educare" gli spettatori. Nonostante ciò il film non sarebbe del tutto da buttar via: buona la fotografia, gli attori recitano in modo abbastanza convincente e ci sono alcuni momenti di autentica suspence. Purtroppo la trama assurda e il farneticante messaggio suprematista che ne sta alla base, travolgono tutto e tutti come una valanga, comprese quelle poche cose buone che il film poteva offrire.
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