Regia di Steno vedi scheda film
Il precursore del filone poliziesco italiano, interpretato dal combattuto Enrico Maria Salerno nei panni di un commissario che sta, rispetto ai successori, ideologicamente a sinistra.
L'ennesimo furto in una gioielleria, con omicidio, vede indagare il commissario Bertone (Enrico Maria Salerno) che si mette sulle tracce di due giovani. Presto però, una catena di "esecuzioni sommarie" -vittime una prostituta, un pederasta, un rivoluzionario politico e uno dei due ladri killer- fa intuire al commissario che una loggia (denominata Anonima Anticrimine) sia in azione, parallelamente alle forze di polizia.
"Tra avvocati, giudici, periti e tutto l'apparato in pezzi di una Giustizia che ha paura di fare Giustizia... gli scopriranno qualche schizofrenico nell'albero genealogico, qualche affetto da epilessia, e poi un po' di buona condotta, qualche condono e se la caverà sì e no con dieci, undici anni di carcere. Durante i quali potrà perfezionare il suo mestiere di delinquente. E alla fine sarà pronto ad uscire per ricominciare come prima, e peggio di prima." (Commissario Bertone / Enrico Maria Salerno, a proposito del ladro che ha gettato spietatamente sotto un'automobile l'ostaggio)
Unanimamente riconosciuto come prototipo del cinema poliziesco italiano, il film di Steno (che qui si firma, per distinguersi dalle precedenti regie di commedie, come Stefano Vanzina) affronta, con circostanziata e coraggiosa sceneggiatura, ispirata dagli squadroni della morte brasiliani (e realizzata in tandem con Lucio De Caro), il tema di denuncia sociale mettendo in mostra ex funzionari della polizia (e prestigiose personalità politiche) che tendono a sopperire a talune debolezze di legge con le azioni di portatori di ideologia di estrema destra (all'epoca molto presenti -e attivi- nel nostro paese). E sarà, questa della tendenza verso politiche di destra, una delle principali critiche (ingiustamente) mosse dai recensori al genere, anche se qui - a differenza degli epigoni con, ad esempio, Maurizio Merli - agisce invece un commissario tendenzialmente "comunista" che arriva persino a mettere a repentaglio la sua vita per difendere un assassino spietato. Al di là dei contenuti, che oggi possono apparire retorici e scontati, La polizia ringrazia è un ottimo esempio di grande cinema italiano, diretto con estrema perizia da un nome significativo. È quindi un bel film, valorizzato dalla impeccabile interpretazione di Salerno, sorretto da comparse e spalle di tutto rispetto (dal grande Franco Fabrizi a Mario Adorf, da Laura Belli e la Melato a Corrado Gaipa). Assolutamente riuscito, ritmato da spericolate sequenze d'azione e da una intrigante colonna sonora, opera del bravissimo Stelvio Cipriani. Ancora oggi, a distanza di oltre quarantacinque anni, attuale e assolutamente fruibile.
Curiosità
Nei panni dell'agente Esposito è riconoscibile il caratterista Gianfranco Barra, volto noto ai cultori della "commedia sexy". Curiosamente più volte ricoprirà proprio ruoli di agente di polizia come, ad esempio, nel successivo La polizia accusa: il Servizio Segreto uccide (è il maresciallo De Luca) o nella commedia La poliziotta della squadra del buoncostume (è il commissario Nardecchia).
Il film diretto, successivamente, da William Lustig (Vigilante) offre una rilettura in chiave americana di La polizia ringrazia.
Disponibile il Dvd (Shendene e Moizzi) in un riversamento della precedente edizione VHS. Master decoroso, con qualche spuntinatura, nel formato 2.35:1 e traccia audio pulita. Durata della versione: 1h32m12s.
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