Regia di Aleksej German vedi scheda film
Il sergente Lazarov (come il generale Adamov di Sedmoy Sputnik) è l'uomo nuovo, colui che emerge dalle tenebre della tirannide (zarista, bolscevica,stalinista) e che ci fa approdare alle soglie di una nuova era, simbolo di una anacronistica resilienza alle assurdità del potere, in attesa di uscire dalle trincee dell'insabbiamento politico.
Ex sergente dell'Armata Rossa che ha disertato per lottare al fianco dei tedeschi sul fronte russo della seconda guerra mondiale, viene catturato dai partigiani sovietici ed imprigionato in attesa di essere giustiziato. Non ostante la diffidenza ed il risentimento dei suoi compatrioti, si distinguerà per eroismo e coraggio lottando al fianco di questi contro l'invasore nazista.
Film che diede grande notorietà al regista in Occidente, fu bloccato dalla censura sovietica per 15 anni, dal 1971 (anno di produzione) alla sua uscita nel 1986 in piena Perestrojca. Tratto dal racconto Operatsiya "S Novym Godom"(Operation "Happy New Year") del famoso scrittore e padre del regista Yuri German, vi ha contribuito un cast tecnico di rilievo costituito da componenti come Yakov Sklyansky (fotografia), Leonid Zisman (assistente di regia) e Leonid A. Weinstein (produttore esecutivo) poi emigrati negli USA e per questo non accreditati al film.
Dal realismo socialista al realismo etico, Aleksej German figlio (e padre) d'arte trae spunto dall'opera dell'insigne genitore per questo dramma antimilitarista sull'assurdita della guerra ed i paradossi dell'ideologia. Nel trattare con spirito neorealista una materia scabrosa e controversa, il suo è un cinema che attinge alle risorse di una vena di rassegnata ironia e feroce sarcasmo, mostrandoci i prodromi di un potere autocratico che uniforma le volontà dei singoli agli assurdi dettami di un regime marziale (quale che sia) e che fonda il suo equilibrio sulle vessazioni e sulle delazioni, alimentando il caos di uno smarrimento umano che implora solo una scodella di minestra o la vita salva. Nell'andirivieni di attacchi e rappresaglie in cui le opposte fazioni in campo si alternano nell'arbitrio sul destino degli uomini, nella ridicola pantomima di una rischiosa impostura finto-crucca, nella paranoia di una irriducibile sfiducia verso lo sfortunato protagonista di un'odissea kafkiana, il valore di un antieroe che sceglie di tener fede ad un principio di coerenza etica diventa l'incomprensibile esempio di una allarmante volontà sovversiva: la testimonianza di una individualita' che si erge a paradigma dell'abominio della storia e del destino nazionali. Questo scendere nel particolare, questo calarsi nelle miserie e nella gloria dei singoli destini fa del cinema di German un esempio del sovvertimento dei codici di una cultura nazionalista che anteponeva l'empireo dei falsi ideali di una perversa volontà politica fondata sul sacrificio della collettivizzazione al rispetto basilare per l'uomo e la sua naturale aspirazione alla felicità. Il sergente Lazarov (come prima di lui il generale Adamov di Sedmoy Sputnik) è quindi l'uomo nuovo, colui che emerge dalle tenebre della tirannide (zarista, bolscevica,stalinista) e che ci fa approdare alle soglie di una nuova era, simbolo di una anacronistica resilienza alle assurdità del potere (siamo ancora sul fronte russo della seconda guerra mondiale) e monito per una lungimiranza etica che avrebbe dovuto attendere altri tre lustri per uscire dalle trincee dell'insabbiamento politico. L'autore mette alla berlina la perniciosa insipienza della catena di comando, laddove più alto è il grado più grande è la stupidità e la tentazione paranoide di vedere il nemico acquattato nell'ombra e pronto a colpire. L'umanità ed il buon senso quindi li si cerchi solo fra coloro cui il destino ha riservato un posto nelle retrovie, gli inservienti di una irragionevolezza marziale che fanno quel che possono, mostrando buon viso al cattivo gioco di una sorte tanto più tragica quanto più è assurda e ridicola (la scena surreale, ma carica di tensione, della chiatta stracolma di prigionieri il cui passaggio manda a monte l'attentato dinamitardo di un manipolo di guastatori alle prese con un ponte da far saltare). Ma la critica al potere si fa ancora piu stringente ed universale nel ridicolizzare il valore di un'appartenenza e di un orgoglio patriottico che la stupidità della guerra finisce per confondere e rendere paradossalmente intercambiabili. Nell'ideale collezione di una filmografia a tema che va da Orizzonti di Gloria (1957) a La Grande Guerra (1959) , da Uomini Contro (1970) a Gli anni spezzati (1981), il film di German è un commovente apologo sull'assurdità della guerra ed il valore dei suoi misconosciuti e negletti protagonisti; ma anche un film che agita le questioni di fondo di un revisionismo storico che la contrapposizione dei blocchi rendeva ancora scomodo e pericolosamente in anticipo sui tempi: quello di una storia patria che fondava la sua gloria e le sue fortune sulla mistificazione dell'eroismo ed il valore delle debolezze umane. Una prova su strada che si sposta lungo il solco del ridicolo nascosto nelle tragedie della storia ed in cui si compie il destino di un uomo la cui abnegazione e devozione alla causa hanno il solo scopo di metterne in risalto l'assoluta inutilità. Straordinaria la coppia di caratteri, Vladimir Zamansky nella parte del sergente Lazarov (fisiognomicamente e moralmente affine al Gian Maria Volontè del film di Rosi) e Anatoly Solonitsyn in quella dell'umano e modesto commissario Petushkov, e fantastica la fotografia in bianco e nero del transfugo americano Yakov Sklyansky, non accreditato al film. Per tutti quelli che credono erroneamente che conoscere le lingue faciliti sempre le cose.
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