Regia di Mario Monicelli vedi scheda film
Scrivere di Un borghese piccolo piccolo, per me non è facile, perché sono emotivamente coinvolto da questo film del 1977. Erano gli anni d’oro della mia adolescenza, quando film dopo film, al cinema ed in televisione formavo, soprattutto la mia passione cinefila e la mia cultura. Furono anni meravigliosi , perché mi stavo formando come persona, vivevo su me stesso i cambiamenti umani, psicologici e relazionali, che mi hanno portato ad essere quello che sono, pur rimanendo importante quello che ero.La storia di questo film che si può catalogare come commedia drammatica parla del rapporto tra padre e figlio ed una madre la cosiddetta famiglia , persone semplici, comuni come tante, le cosiddette persone perbene, che vedono scivolare via la vita, senza grandi accadimenti . Il film vinse il Donatello d’oro, furono premiati anche Alberto Sordi e Vincenzo Crocitti, molto buona anche l’interpretazione di Shelley Winters. La ragione di vita di Alberto Sordi, dopo una vita di lavoro è solo quella di andare in pensione e di sistemare il figlio ragioniere, nel suo stesso ministero e con italica furbizia cerca attraverso il suo capoufficio un grande Romolo Valli, di ottenere la scorciatoia, la raccomandazione per vincere il concorso, aderendo anche ad una loggia massonica con scene molto comiche e girate con mestiere e perizia da Mario Monicelli, sullo stile di Amici miei, suo precedente film e grande successo commerciale dell’epoca. Il piano del padre andrà a rotoli a causa di un evento drammatico e casuale che coinvolgerà il figlio che sarà ucciso nel corso di una rapina in banca. Da qui in poi il film cambia, ha un mutamento, una sterzata. Alberto Sordi distrutto dal dolore diventa giustiziere privato e scoperto l’assassino decide di rapirlo e di martirizzarlo fino al morte. Alberto Sordi si ritaglia secondo me con questo film, la sua migliore interpretazione dell’età matura, cosa mai successa nei film che lui dirigeva, perché non è stato mai un grande regista, degno dell’attore. Vincenzo Cerami collabora alla sceneggiatura del film tratto da un suo libro, era uno che ne capiva di cinema. Un film rivisto oggi non ha perso nulla, certo deve essere calato nella realtà dei fine anni settanta, il contesto storico di quei tempi, oggi siamo un altro paese, ma senza quegli accadimenti profondi, non saremmo quello che siamo diventati, si chiama storia e non va ne dimenticata ne rinnegata. Un borghese piccolo piccolo fa parte invece della storia del cinema italiano e andrebbe fatto vedere anche alle nuove generazioni, per far capire chi eravamo nel 1977.
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