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Un borghese piccolo piccolo

Regia di Mario Monicelli vedi scheda film

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La recensione su Un borghese piccolo piccolo

di zombi
8 stelle

leggo su filmtv nello spazio cultmovie di gervasini che pasolini ha scritto o detto che la nostra borghesia è la peggiore d'europa. questo di monicelli è un film che amo rivedere. in gioventù lo vidi e ci rimasi male perchè nonostante sordi, non è un film comico. o meglio pare lo sia, ma poi si trasforma in qualcosa di feroce. penso che senza sordi non sarebbe stata la stessa cosa. monicelli o chi per esso ci ha visto bene. ci voleva la maschera di sordi per interpretare questo NOI. certo vederlo la settimana prima nè IL VIGILE e vederlo in questo, fa fin senso. l'aggressività del marito nei confronti di una moglie paziente che non lo ascolta: "ma cosa vuoi sapere, non sai un cazzo!!!" le urla quando parlano di questo benedetto posto al ministero per il figlioletto. prende il piatto e lo sfracella contro la parete. arriva shelley, raccoglie con la pattumiera e gli serve il caffè. è un'aggressività latente, ch si sfoga in cose come queste. in piccoli sopprusi quotidiani come quando ruba indecentemente il parcheggio ad un negoziante che faceva manovra e gli urla cose insensate senza permettere all'altro di rispondere(mi ricorda qualcosa... qualcuno...) o la sfacciata prepotenza dell'automobilista che passa nelle corsie per i bus e si volta sempre per mandare affanculo. per più di metà della durata del film assistiamo alla vita di questa famiglia. ai litigi con la moglie, alle raccomandazioni al figlio, alle leccate in ufficio e alle genuflessioni ai superiori, ai quali vuole assolutamente presentare il figlio. poi mentre si stanno incamminando per il concorso e disquisiscono sulle qualità e i demeriti di una ragazza che cammina loro davanti, in pochi attimi, il film si trasforma. come nell'occhio del ciclone, calma apparente, mentre tutt'intorno spari e urla, sgommate di macchine, fino a quando non siamo costretti a seguire lo sguardo di alberto sordi e vedere il figlio, riverso in terra, morto, in una pozza di sangue. gli occhi sbarrati e le penne per scrivere sparse in terra. in poche immagini ritroviamo questa piccola famiglia che vive affacciata su una tangenziale(la stessa dalla quale il ragioniere ugo fantozzi si getterà o si era forse gettato l'anno precedente per recuperare l'ultimo autiobus disponibile) completamente distrutta. la moglie con una paresi su di una sedia, con la possibilità di muovere solo gli occhi. e il mite pensionante sordi, trasformarsi in un vendicatore solitario. la baracca nella quale si sarebbero dovuti trasferire per la vecchiaia, e che nel frattempo viene utilizzato come capanno per la pesca, viene trasformato in un covo dove nascondere l'assassino del figlio. cosa voleva farsene di quel piccolo criminalotto?... cosa se ne sarebbe fatto, se non fosse morto prima per le percosse?... pensarci fa venire la pelle d'oca. quando sordi porta l'inferma moglie a vederlo. lui, il ragazzetto, legato col fil di ferro ad un trave, coperto di sangue e amalia di fronte che fa l'unica cosa che può fare. urlare il proprio dolore. questo è un grande film e non c'è sicuramente bisogno che lo dica io. penso a tutti quei delitti piccoli piccoli che insanguinano le pagine dei quotidiani o i titoli dei tiggì. i benzinai uccisi da ragazzini. le pietre lanciate dai cavalcavia. i genitori trucidati dagli "erika e omar". le messe nere con sacrifici umani. non si può riavere indietro una persona morta. ma non è nemmeno concepibile rivedere in libertà colui/lei che ha causato la morte di quella persona. io personalmente vorrei vederlo/la consumarsi dalla fatica e dalla disperazione. quindi sordi sarà stato un borghese veramente piccolo, ma l'atto e la realtà che ha causato la morte del figlio non era da meno. fortunatamente quasi mai nessuno tende a farsi giustizia da sè. confida nella giustizia italiana che è uguale per tutti. e aspetta, tenendosi il dolore e vedendolo sfumare forse col tempo. tuttavia, il finale con sordi che col dito puntato come faceva di solito nelle commedie, il suo "MA VAFFANCULO TE!!!" urlato contro il manzo(enzo garofalo, figlio della magnani in mamma roma) è la protesta di una piccolezza che non ne può più. non condivido(come si fa a dire condivido?), ma comprendo appieno.

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