Regia di Mario Monicelli vedi scheda film
Il disimpegno per non restare incastrati nel sistema. Il piacere liberatorio dello scherzo feroce. La zingarata per riempire il vuoto , per non crescere mai. Rivendicare il diritto alla burla e rifiutare il ruolo di padri e mariti. Accettare di crescere significa restare intrappolati nella morale comune. Non si può vivere aspettando giorno dopo giorno la morte, ma riderle in faccia restare bambini e mai diventare saggi, trovare in ogni momento un motivo per ridere. Una delle poche cose che conta è avere degli amici-complici con i quali dimenticare le miserie del quotidiano, gli obblighi etici e i drammi personali. La libertà deve essere totale una volta assolti i doveri lavorativi. Libertà di parola e di azione schiaffo alla logica e schiaffo reale, infierire sui semplici e deboli e intortare le donne per soddisfare i propri istinti. Non avere nulla da insegnare ai propri figli se non la propria immaturità. Non riuscire a sopportare la tranquilla vita coniugale e le sue responsabilità che tolgono spazio agli amici. Amici Miei è una commedia immorale , libera da ogni pretesa moralistica di una generazione che accetta di dover invecchiare ma che non vuole maturare. Paese che ha fatto la resistenza, si è ricostruito e vuole godersi il benessere come meglio crede, senza modelli da imitare e senza innalzarsi a maestri. Una differenza sostanziale con la commedia di oggi che vuole apparire sempre giovane e immatura essendo vecchia e moralistica. Girato da Monicelli, pensato da Germi per un altra città, culturalmente e storicamente legato alla toscanità e a Firenze , alla fine è un film totalmente monicelliano dove la tragedia non può esserci senza la farsa. Risata amara che nel momento che ci seppellisce ci salva fornendoci una via di fuga dall’ingranaggio piccolo-borghese.
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