Regia di Matt Reeves vedi scheda film
Terzo episodio della serie prequel, racconta la contesa tra il popolo delle scimmie e quanto resta delle istituzioni appartenenti al "mondo precedente". Le scimmie, guidate dal saggio Cesare, vorrebbero vivere in pace all'interno della loro foresta, ma vengono attaccate ed incalzate da militari capeggiati da un fanatico colonnello, il quale inizialmente colpisce duramente Cesare negli affetti; poi, approfittando della sua assenza, riesce ad imprigionare il popolo delle scimmie in una base militare trasformata in lager, costringendolo a lavori di fortificazione della stessa. Infatti, il colonnello ha molti nemici; oltre il popolo delle scimmie, anche quanto resta dell'esercito, del quale teme un attacco. Cesare ed i suoi fedelissimi si mettono all'opera per liberare le scimmie prigioniere, correndo gravissimi rischi. La trama del film è lineare, la conclusione non stupisce ed i colpi di scena sono davvero pochi. Nonostante ciò, il film ha due notevoli aspetti positivi; il primo è la caratterizzazione dei due protagonisti. Il personaggio di Cesare ci è già noto, per esserse apparso nei primi film della serie; lo conosciamo come saggio, consapevole del proprio ruolo di capo, determinato nel perseguire il benessere del proprio popolo. In questo episodio la sua razionalità è compromessa dalla sete di vendetta generata da una grave perdita; comprende, però, che il suo destino è quello di essere guida del popolo delle scimmie; pertanto si riappropria del ruolo, nonostante ciò gli porti ulteriori dolori e sofferenze, fino a portare a conclusione il compito e - incidentalmente - a consumare la vendetta. Il suo antagonista è un colonnello che, come Cesare per il popolo delle scimmie, sente di essere responsabile per la sorte della razza umana. Ma uno spiccato individualismo e anni di "lavaggio del cervello" di stampo militarista (continue sono le citazioni di grandi condottieri del passato) lo portano a scelte assolutamente indifferenti alla sofferenza altrui, tanto quella del nemico - che finiscono per non essere più le scimmie, quanto gli altri umani che intralciano i suoi piani - quanto quella di chi gli è vicino; apprendiamo infatti che egli è stato causa della distruzione della sua stessa famiglia. Nel "pubblico" questo personaggio appare determinato e tutto d'un pezzo; nel "privato" è però estremamente fragile. Divorato dal rimorso, cerca inutilmente rifugio nell'acool. Cesare lo sorprende in un momento nel quale tale questo personaggio è "a nudo", e ciò svuota parzialmente la portata della sua vendetta. Altro aspetto interessante del film è la ricostruzione dell'ambiente; freddo, umido, decadente, popolato da persone che, per ulteriori mutazioni della malattia che ha messo in pericolo il genere umano, sembrano aver perso l'uso della parola. Ciò potrebbe spiegare l'origine delle popolazioni umane "regredite" che appaiono nella serie originale. Bel film, appassionante non tanto per le evoluzioni della trama quanto per il contesto rappresentato; conclude la narrazione di un momento importante per l'affermazione del popolo delle scimmie, ma lascia lo spazio ad ulteriori sequel.
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