Regia di Matt Reeves vedi scheda film
L'interpretazione di Andy Serkis in performance capture approda, con The War, a uno sconvolgente naturalismo.
É guerra. Ma non fra umani e primati, bensì fra chi attacca e chi si difende, fra i guerriglieri a qualunque costo e i pacifisti speranzosi. Matt Reeves, che scrive con Mark Bomback il terzo film della serie reboot de Il pianeta delle scimmie, rimugina struggentemente sull'insensatezza di ogni conflitto, sull'accecante follia del razzismo (le ragioni dello scontro bellico esposte dal colonnello alludono paurosamente alla pulizia etnica nazista), sul dissidio psicologico dell'invecchiato e segnato Cesare (che bolle di disperazione per l'eccidio della sua famiglia ed è combattuto tra il mite perdono e la sete di vendetta), sull'amore che può ancora schiacciare il rancore (il dono dei fiorellini al gorilla Luca da parte della bambina). Il tutto impartito con grandioso spiegamento d'invenzioni e di mezzi (la sublime paesaggistica, le minuziose riprese), finché la smania citazionistica postmoderna da cui è affetto il regista non offusca il peso drammaturgico e tematico di più porzioni del secondo tempo (il personaggio di Woody Harrelson è un'identica e spudorata copia del Walter Kurtz di Apocalypse Now, pellicola omaggiata quasi ovunque; l'evasione dai recinti riprende La grande fuga; eccetera). Peccato, perché l'interpretazione di Andy Serkis (e degli altri componenti del cast virtuale, tra i quali Steve Zahn) in performance capture approda, con The War, a uno sconvolgente naturalismo.
Le musiche di Michael Giacchino sono cariche di epicità.
BUON film (7) — Bollino GIALLO
VISTO al CINEMA
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