Regia di Matt Reeves vedi scheda film
Forzando un po' il ragionamento si potrebbe dire che la 20th Century Fox il suo plusvalore se l'è assicurato ancora prima di girare, quando ha decido di confermare Matt Reeves al centro del progetto dedicato alla saga de Il pianeta delle scimmie. Accade infatti che, contrariamente a quanto avviene nella maggior parte dei blockbuster (peraltro monopolizzati dal brand super eroistico) dove le major fanno a gara nel lanciare allo sbaraglio registi per lo più sconosciuti o, alle prime armi, nel genere in questione i produttori di "The War - Il pianeta delle scimmie" riescono a confermare nel proprio team un regista che nel frattempo (dal secondo capitolo della serie da lui diretto) ha visto lievitare le proprie quotazioni al punto di essere stato scelto per sostituire Ben Affleck nel prossimo film dedicato alle avventure dell'uomo pipistrello. Insomma, non siamo dalle parti di Zack Snyder ma il percorso artistico del nostro sembra avviato a ricalcare le orme dell'onnipresente collega.
Venendo al dunque, qui si trattava di concludere senza troppi strafalcioni una storia suddivisa in tre capitoli, tanti quanto sono i film messi in cantiere dalla Fox, e nata come reebot del modello originale, vecchio di anni ("Il pianeta delle scimmie" di Franklin J. Schaffner è del 1968) rispetto a quello di Rupert Wyatt - "L'alba del pianeta delle scimmie", 2001 - che aveva aperto il nuovo ciclo di avventure tratte dai romanzi di Pierre Boulle. Nello scenario, apocalittico e bucolico come può esserlo un mondo dove gli esseri umani sono stati decimati da un virus che ha trasformato le scimmie nell'anello più forte della catena biologica, più adatte a sopravvivere in un universo ridotto a uno stato primordiale e selvaggio, ciò che emerge in maniera più evidente è il consolidamento della figura di Cesare, il leader dei primati che in questo film assurge a un ruolo che va oltre a quello del semplice protagonista. Destinata a spartire coni i campioni della controparte umana la centralità delle storie, la figura di Cesare si è progressivamente innalzata al di sopra delle altre, relegando avversari e alleati ad apparizioni da semplici comprimari. Dicevamo però che "The War" fa segnare un ulteriore salto in avanti perché il personaggio interpretato da Andy Serkis nel suo percorso di vendetta nei confronti di chi - lo spietato colonnello a cui Woody Harrelson regala la sua vena di follia - gli ha ucciso moglie e figlio viene sottoposto a una vera e propria trasfigurazione. Accade infatti che Cesare, impegnato in una lotta interiore tra bene e male - con il lato oscuro, inizialmente predominante, e poi destinato a lasciare il posto al buon senso e alla ragione - dia vita ad una serie di azioni, ognuna delle quali concorre a costruirgli addosso un aurea mitologica. La perdita di se stesso, con la decisione di abdicare alla guida del suo popolo, il viaggio all'inferno per giungere al cospetto del proprio carnefice, l'accettazione cristologica del proprio destino e il sacrificio personale che da essa ne deriva, fino alla palingenesi finale su cui non ci soffermiamo per non svelarne le sorprese, sono le tappe di una metamorfosi che non lascia dubbi sull'eccezionalità del personaggio.
Funzionale sul piano drammaturgico, il titanismo del protagonista aveva però una controindicazione, e cioè quella di trovare un contraltare, morale era anche narrativo, all'altezza di cotanto carisma. In questo senso la scelta di un attore dalla personalità debordante come quella di Harrelson non era sbagliata se non fosse che la sceneggiatura di Reeves gli costruisce addosso un personaggio che è la fotocopia con meno chili del colonnello Kurtz di "Apocalypse Now. Una citazione , quella del film di Coppola che "The War" spinge fino alle estreme conseguenze, parafrasando concetti e comportamenti che erano stati del personaggio di Brando, e che in bocca a quello di Harrelson trasportano la vicenda in una sfera di prevedibilità alla quale nuoce non poco la lunghezza di un minutaggio - 143' - troppo esteso per le cose che il film aveva da dire. Diretto con lo sfarzo visivo che ci si aspetta da un blockbuster estivo, "The War - il pianeta delle scimmie" è destinato a soddisfare gli amanti della serialità televisiva e gli appassionati della saga; al contrario, potrebbe lasciare indifferente lo spettatore occasionale, emotivamente estraneo ai personaggi e alle situazioni raccontate nelle puntate precedenti.
(pubblicata su ondacinema.it)
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta