Espandi menu
cerca
Pulp Fiction

Regia di Quentin Tarantino vedi scheda film

Recensioni

L'autore

FilmTv Rivista

FilmTv Rivista

Iscritto dal 9 luglio 2009 Vai al suo profilo
  • Seguaci 243
  • Post 80
  • Recensioni 6309
  • Playlist 6
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Pulp Fiction

di FilmTv Rivista
10 stelle

Comincia in una tavola calda, con una coppia di fidanzati un po' scoppiati che discutono sulla maniera migliore di far soldi; e, visto che le rapine agli spacci di alcolici sono diventate troppo pericolose, i due si guardano teneramente, si baciano e, pistola spianata, saltano in piedi urlando come assatanati e rapinano la tavola calda. Prosegue con due killer, un nero e un bianco che è appena tornato dall'Olanda, che disquisiscono sulla maniera europea di mangiare gli hamburger, poi regolano i conti con una banda di pivelli, e uno dei due (Travolta, con l'anellino all'orecchio) porta a ballare la ragazza del suo capo (Uma Thurman, con la pelle più bianca e i piedi più belli della storia del cinema). Flashback su un ragazzino che riceve da un militare pomposo l'orologio d'oro lasciatogli dal padre (conservato per i 5 anni della prigionia nell'unico anfratto del corpo nel quale i giapponesi non frugano, ed espulso con un attacco di dissenteria). Da grande, il ragazzino è il pugile suonato Bruce Willis, anche lui sulla lista nera di due killer. Qualche altro massacro, un paio di scontri a fuoco e un sacco di personaggi dementi, poi ci si ritrova tutti nella tavola calda dell'inizio, con i due fidanzati rapinatori faccia a faccia con i due killer. Il bello è che gli episodi non sono in successione cronologica (e talvolta incontriamo chi abbiamo visto morire nell'episodio precedente); e che (ancora più bello), per quanto cerchiate e analizziate, non troverete un solo, minimo errore di costruzione e consequenzialità, in questo secondo, irresistibile travolgente pastiche di Quentin Tarantino. Pulp Fiction (che in America designa la letteratura gialla un po' sensazionalistica, che negli anni ’40 e ’50 si stampava sulla carta più scadente) è la risposta di Tarantino a tutti quelli che si sono indignati per il troppo sangue versato nelle Jene; ne versa altrettanto, ma con ironia più esplicita e irridente. A tutti quelli che hanno liquidato Le jene e Una vita al massimo (scritto da Tarantino e diretto da Tony Scott) come banali action movies tutti effettacci; invece Tarantino gioca soprattutto sulle sceneggiature, geniali, di ferro; ricchissime. A tutti quelli che l'hanno scambiato per l'ennesimo ragazzaccio alla moda, senza capire che il suo cinema è l'ultima mutazione possibile di «quei cattivi ragazzi» (e dell'iperrealismo disperato) di Scorsese: quella che rivolta tutto in una risata macabra, lacerata, autoironica. La nuovissima Hollywood comincia da qui.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 46 del 1994

Autore: Emanuela Martini

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati