Regia di Quentin Tarantino vedi scheda film
VOTO 10/10 Pulp fiction è divenuto uno dei film-simbolo degli anni Novanta, è stato un evento culturale di notevole portata e può essere definito un capolavoro del post-moderno. Tarantino ha lavorato soprattutto sullo stile, rinnovando il "crime movie" con una inedita struttura narrativa dove le diverse vicende si sfiorano continuamente e a tratti confluiscono le une nelle altre, e dando libero sfogo al proprio gusto citazionista, anche se i continui rimandi cinefili hanno una freschezza paragonabile a quella che si avverte nelle citazioni dei primi film di Godard (che resta senz'altro uno dei numi tutelari di Tarantino, visto che la sua casa di produzione si chiama "Bande a part" e la famosissima scena del twist con John Travolta e Uma Thurman è un esplicito omaggio a una sequenza musicale del film omonimo di Godard del 1964). Come il ricorso alla citazione non è mai gratuito, così il massiccio utilizzo di dialoghi stralunati e surreali non scade mai nel triviale, ma contribuisce all'originalità di molte sequenze, veri pezzi d'antologia che sono entrati nell'immaginario collettivo: fra le più memorabili, la visita al Jack Rabbit Slim, il ristorante popolato di sosia dei divi anni '50, l'iniezione di adrenalina che salva il personaggio di Mia, il monologo delirante del capitano Koons (Christopher Walkens) sull'orologio d'oro del padre di Butch, il sequestro dello stesso Butch e del boss Marsellus Wallace da parte del pazzo Zed, e tutte le scene in cui il killer Jules recita il passo biblico inventato Ezechiele 25:17. La violenza indubbiamente c'è, ma per gli standard odierni non è eccessiva e non è compiaciuta come in certi sottoprodotti come Hostel, diretto dall'"allievo" di Tarantino, Eli Roth. Fra gli attori, una gara di bravura in cui risulta difficile scegliere i più memorabili: John Travolta e Uma Thurman furono candidati all'Oscar, ma molti loro colleghi non sono da meno. Palma d'Oro a Cannes, meritata anche se in concorso c'era l'altrettanto straordinario Film Rosso di Kieslowski (e fra i due non saprei quale scegliere) e un solo Oscar per la migliore sceneggiatura.
Il killer Vincent Vega è il ruolo che ne ha rilanciato la carriera: ingrassato e non più giovanissimo, ma certamente adatto al ruolo
Bravissimo nei panni dell'altro killer Jules, con manie bibliche
Affascinante e sexy nei panni della pupa del boss Mia Wallace
Lascia il segno in una parte piuttosto breve, da perfetto caratterista
Il suo talento è una garanzia, e Tarantino non se l'è lasciato sfuggire per il ruolo di Mr. Wolf, l'uomo che risolve i problemi
forse un pò sopra le righe come Fabienne, ma dimostra di aver capito bene la futlità che anima il personaggio
Cammeo di lusso nei panni del capitano Koons nell'esilarante scena della spiegazione del valore dell'orologio
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta