Regia di Quentin Tarantino vedi scheda film
Una pietra miliare non solo nel suo genere ma in tutta la cinematografia degli anni '90, che Quentin Tarantino dirige con la piena capacità di chi sa incastrare storie con uno stile unico ed inconfondibile
Ci sono film che entrano nel mito perchè molte delle sequenze diventano patrimonio comune e creano uno stile ed un modo di esprimersi inconfondibili. Così è per il ballo tra John Travolta ed Uma Thurman, ma anche per le dissertazioni quasi filosofiche tra lo stesso Travolta e Samuel L. Jackson, ma anche per il sadismo estremo dove si trovano catapultati il pugile Bruce Willis ed il boss Ving Rhades. I 30 anni di età "Pulp Fiction" tutto sommato li porta bene, e se anche qualche eccesso oggi può sembrare fin troppo costruito ed artefatto, nulla toglie alla pellicola di Tarantino di quella freschezza innovativa che ne accompagnò l'uscita nel '94, premiata con la Palma d'Oro a Cannes e con l'Oscar per la migliore sceneggiatura originale. L'assioma di fondo, che regge il film come un'architrave, è l'incastro magistrale tra quattro vicende che nascono in parallelo ma, come degli scambi ferroviari, finiscono inevitabilmente per incastrarsi. Un esercizio di stile non semplice nè banale, ma che Quentin Tarantinoche si concede anche il vezzo di partecipare in prima persona alla pellicola, sa dirigere con piglio deciso e senza tentennamenti.
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