Regia di Karen di Porto vedi scheda film
Inseguire il proprio sogno per le vie caotiche della Capitale. La grande determinazione di una artista ( e di una donna) che vuole farcela a tutti i costi: in sella alla Vespa e con l'aiuto della cagnetta Bea, affronta con il sorriso sulle labbra, tutti gli imprevisti di un lavoro dai toni grotteschi.
Maria per Roma di Karen Di Porto: anteprima alla Festa del Cinema di Roma 2016.
Nella Roma dei giorni nostri, la giovane aspirante attrice Maria, "cerca di farcela" sia in campo artistico che nel quotidiano. Pur di sbarcare il lunario accetta di fare la key holder, ovvero consegnare le chiavi delle casa in affitto ai turisti nella capitale. Sfreccia con la Vespa in mezzo al traffico, nel tentativo disperato di essere puntuale con i clienti e pronta alle chiamate per gli agognati provini. In compagnia dell'inseparabile Bea, Jack Russell dall'aspetto meticcio ("non è vero ha un pedigree purissimo!") apre alloggi a tutte le ore ad una umanità multietnica dalle mille sfaccettature. Via via vediamo scorrere i personaggi più disparati, dal Bramìno indiano che per casta non porta le proprie valigie al terzo piano, ai gladiatori che "menano" gli Hare Khrisna davanti al Colosseo, agli obesi che non sì possono sedere sulle sedie napoleoniche, fino alle lastre di Tatina che sbloccano le serrature: tutto ritmato dal disturbo del cellulare.
Sì il telefono cellulare, che suona in continuazione, frammenta la vita di Maria e diviene metafora di tutta la precarietà del nostro tempo, dagli affetti frettolosi al lavoro a tempo, dalla soglia di attenzione ridotta alla fragilità degli impegni assunti. Ne fa le spese anche Bea, costretta a curarsi per la cardiopatia, che unita alle "apparizioni" del Padre scomparso, costituiscono il punto fermo affettivo di Maria.
Solo Cesare/ Gesù saprà cogliere la vera essenza di una ragazza in carriera, invitandola a non mollare mai e a godersi quanto di bello la Città Eterna sa offrire.
Questo "piccolo film" come l'ha definito Karen Di Porto rappresenta la vera rivelazione piacevole della Festa del Cinema di quest'anno. Il direttore Antonio Monda nel sceglierlo aveva anticipato l'effetto sorpresa. Maria per Roma risulta un film piacevole e divertente ma, allo stesso tempo, che aiuta a comprendere il nostro tempo, fatto di lavori con contratti a termine, senza tutele, con i giovani costretti ad affittarsi il proprio alloggio per pagare le bollette e i genitori con il negozio in liquidazione.
Sullo sfondo della vita vorticosa di Maria scorre "la grande bellezza" di Roma, unica consolatrice nei momenti bui.
Il titolo proviene dal modo di dire " cercare Maria per Roma" che indica la difficoltà di trovare qualcosa o qualcuno nel gergo romanesco; sia la regista che il produttore l'hanno trovato calzante al carattere della protagonista del film, sempre introvabile e perennemente alla ricerca di un qualcosa che non trova. Professionista del ritardo cronico agli impegni lavorativi e non solo, Maria combatte per tutta la giornata contro il tempo tiranno con la caparbietà e l'ostinazione, di chi vuole riuscire a tutti i costi a realizzare i propri progetti ( e sogni).
Sceneggiatrice, protagonista e regista di un'opera prima, Karen Di Porto dimostra sul campo di saperci fare. Cura i dettagli sul set sorretta da uno script che va in profondità, non solo per la protagonista bensì con tutti i personaggi che, come in un caleidoscopio appaiono e lasciano il segno. Ottima prova.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta