Regia di Bertrand Blier vedi scheda film
Solo negli anni ’70 è stato possibile realizzare pellicole a tal punto trasgressive, assurde e blasfeme, senza alcuna vergogna di precipitare nel cattivo gusto e nel trash più spinto. Siamo tuttavia ben lontani da opere estreme e dissacranti come “El topo” di Alejandro Jodorowski (1971), “Arancia meccanica” di Stanley Kubrick (1971), “Ultimo tango a Parigi” di Bernardo Bertolucci (1972) o “La grande abbuffata” di Marco Ferreri (1973), per citare i primi che mi vengono in mente. La trasgressione, qui, è veramente fine a se stessa, non conosce limiti, stordisce lo spettatore, ma non induce ad alcuna riflessione. Fa sorridere e addirittura ridere in più di un’occasione, ma lascia un senso di imperdonabile vuoto. Allora, perché tre stelle e non due o persino una sola? Perché raggiungere un tale livello di voluta volgarità e cattivo gusto richiede molta fantasia, richiede in ogni scena uno sforzo per superare l’esagerazione della precedente, ma soprattutto impone la presenza di attori disposti a tutto, persino infangare l’immagine che hanno faticosamente costruito in anni di lavoro. Da questo punto di vista, Jean-Pierre Marielle e Jean Rochefort sono disarmanti e in un certo senso sublimi per la loro capacità di lasciarsi andare a dialoghi svergognati, a scene spudorate, a posture grottesche e talvolta umilianti. Recitano come se si trovassero in un film “serio”, spiazzano per il finto impegno che mettono in una vicenda che non ha né capo né coda. Una qualità tipica dei più grandi attori.
Guardando alla filmografia di Bertrand Blier, “Cosmos” è certamente una delle sue prove più discutibili. Ai cinefili francesi piacque e piace tuttora per la sua vena libertaria e libertina, a dispetto di una narrazione che fa acqua da tutte le parti; in Italia non lo ha visto praticamente nessuno. Ai suoi tempi, non sarebbe stato presentabile, oggi farebbe saltare sulla sedia chiunque e forse per questo andrebbe recuperato.
Nel ruolo del vecchio parroco che nel film si strafoga e sbevazza con i due protagonisti, troviamo il grande Bernard Blier, padre del regista, che dichiarò : “Il dosaggio tra la risata e la serietà non funziona. Da questo punto di vista, ritengo che Calmos sia un film non riuscito, come sempre accade nella carriera di un regista”. Una critica assai lucida.
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