Regia di A.D. Calvo vedi scheda film
Sorprendente lavoro d'atmosfera che, gradualmente, sfuma magistralmente dal dramma all'horror. Il regista sfoga nel genere con stile, non solo ambientando il tutto agli Anni '80, ma arrivando a citare -con personale tecnica- nientemeno che il Mario Bava de I tre volti della paura. Gioiellino di rara bellezza.
Spinta dalla madre, Adele (Erin Wilhelmi) raggiunge Dora (Susan Kellermann), un'anziana zia ammalata. Più che per buone intenzioni, Adele viene convinta da motivazioni economiche (ovvero l'eredità) a prendersi cura della parente, abitando con lei nella stessa casa. Dora, affetta anche da una forma acuta di agorafobia, non solo evita gli spazi all'aperto, ma rifiuta di farsi vedere dalla nipote, restando chiusa in camera da letto e dialogando con biglietti passati sotto alla porta. Appena insediata nella casa, Adele tenta in tutti i modi di appropriarsi di soldi e altri oggetti di valore. Arriva addirittura a comprare alimentari in saldo o a sostituire le vitali -per la zia- e costose medicine per il cuore con altre più economiche, omeopatiche. Quando poi incontra Beth (Quinn Shephard), una bisessuale disinibita, subisce un'infatuazione che la porta a trascurare sempre più l'ammalata zia Dora.
"Mi sento confusa. Beth mi ha sussurrato in un orecchio che mi ama. Almeno così mi è sembrato. O sono pazza?" (Adele)
Ambientato negli Anni '80, stando alla scena nel locale con la TV che trasmette un discorso di Ronald Reagan (definito come il Diavolo da Beth!), questo sorprendente Sweet, sweet lonely girl rappresenta un raro caso di cinema d'atmosfera, costruito con stile e con graduale immersione nel mondo del soprannaturale, evidentemente evocato dal comportamento (aberrante quasi) tenuto dall'apparentemente virginale Adele, sorta di Cenerentola (stando all'incipit) destinata, via via che scorre il tempo e subentrano gli stimoli (d'avarizia, egoismo e sesso), a trasformarsi nella strega cattiva. Il regista A.D. Calvo, anche sceneggiatore, si guarda bene dal mettere in campo il classico horror fracassone e pieno di effetti speciali, limitandosi invece a strutturare con buona messa in scena -e con estrema padronanza del mezzo- una storia da brivido, di quelle che fanno rizzare i capelli per come, gradualmente e con credibilità, arrivano ad immergersi nel macabro, evocato dal cinismo tipico dell'essere umano, spesso irrispettoso anche della Morte e quindi meritevole di punizione. Grazie poi alla splendida fotografia, le location decadenti del Connecticut conferiscono alla storia una presenza ulteriore, compartecipando alla messa in atto di un film sofisticato e intimista. Dove i fantasmi (che pure ci sono) vengono evocati dalla tardiva presa di coscienza della giovane protagonista, in grado di appropriarsi -inavvertitamente- di gioielli e monili della zia deceduta. Sweet, sweet lonely girl, dopo quasi un'ora di raffinatissimo cinema drammatico (con contorno di lesbiche emozioni e delicati affetti/effetti omosessuali) s'impenna senza freni verso alti referenti. Tanto che non si cade in errore nell'associare gli stupendi quindici minuti conclusivi al Mario Bava di La goccia d'acqua (episodio contenuto nella trilogia I tre volti della paura). A.D. Calvo dimostra di conoscere perfettamente l'opera in questione e la omaggia con garbo e competenza: nel mettere in scena la spettrale figura della zia che si muove come sollevata da terra; nell'attribuire all'anello "rubato" il potere di spalancare le porte dell'Aldilà; nell'utilizzo di una tavolozza cromatica che, abbinata ai punti macchina, rimanda inevitabilmente a La goccia d'acqua. Con un budget davvero limitato, e l'intuizione di ambientare il film negli Anni '80, Calvo si circonda di validi collaboratori, a cominciare dalle due bravissime interpreti (la Wilhelmi e la Shephard), passando per il direttore della fotografia e -non ultimo- Joe Carrano, che per l'occasione compone una contenuta, ma intima e d'effetto, soundtrack. Un po' sorpresi che un'opera di questo livello (accostabile per risultato all'altrettanto riuscito The witch in the window) sia rimasta inedita in Italia, sbirciando nella filmografia di Calvo emergono altri titoli che sembrano essere davvero interessanti (e tutt'ora non distribuiti nel nostro paese): dall'opera d'esordio The other side of the track (2008) a The melancholy fantastic (2011); da The midnight game (2013) a House of dust; per finire con il premiato The missing girl (2015). Film dunque assolutamente da recuperare, dato l'ottimo risultato ottenuto da Calvo con questo notevole Sweet, sweet lonely girl.
La voce della purezza
Dopo essersi lasciate andare baciandosi e amandosi in riva a un lago, Beth racconta della sua esperienza con l'altro sesso, poi finita con un aborto. Ottenendo da parte di Adele una lucida constatazione.
Adele: "Gli uomini sono dei maiali!"
Beth: "Sicuro! Sai, è piuttosto facile mettere un guinzaglio ad un maiale."
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