Regia di Luis Buñuel vedi scheda film
Uno dei più bei film del periodo messicano di Buñuel
Ribolle, l’isola di Ojeda, di fermenti rivoluzionari. Uomini senza scrupoli e uomini probi si cimentano nel tentativo di irreggimentare i focosi animi, e non è dato sapere se davvero i secondi siano più degni dei primi. A seminare discordia fra l’ambizioso governatore Gual e il retto funzionario Vasquez, però, più dei moti in atto, ci pensa la tentatrice Ines – la prosperosa e sensualissima Maria Félix. Il destino dell’isola è in mano agli intrighi di letto fra i tre contendenti. La povertà diffusa, i diritti calpestati, la fame, sono problemi lontanissimi per i politicanti, tanto per il sulfureo Gual quanto per il premuroso Vasquez. Niente di nuovo sul fronte della storia. In particolare, Buñuel non sembra nutrire troppa simpatia verso il giovane Vasquez, il quale arriva sempre un po’ in ritardo sugli eventi del film. Compassionevole sì verso lo sfortunato e l’oppresso, ma sempre quando i buoi sono già scappati dalla stalla. Una sola volta ha la facoltà di anticipare il peggio e di fermare la rivolta, ma le suadenti parole di Ines gli fanno cambiare idea. Malvolentieri, certamente, ma intanto il sangue scorre a fiumi. Così tanti morti per il cuore di una donna non si vedevano dalla guerra di Troia. Vasquez oscilla ambiguamente fra istinti opposti, la sua gentile disposizione d’animo, l’amore stilnovistico-lussurioso per Ines, ma anche il soave richiamo del potere. Ed in definitiva, risulta il personaggio più inutile del film, tentennante su tutto, decisivo in nulla, ancorato a una visione romantica e caritatevole che non ha posto nel mondo di Buñuel, eroe e disposto al sacrificio di se stesso anche se il suo sacrificio non gioverà a nessuno, eccetto che al suo ego.
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