Regia di Dario Argento vedi scheda film
"Il film è mio e ci metto tutti gli omicidi che voglio"
(semi-cit.)
Tenebre è l'INLAND EMPIRE di Dario Argento. Una sorta di maledetto o, meglio, malefico autoritratto argentiano.
È il film più contraddittorio, consapevole ed eccessivo del filmmaker italiano. È l'opera(zione) più spavalda e menefreghista, opportunista e postmoderna, virtuosistica e architettonica, del regista di Inferno.
È la pellicola più irrazionale o, precisamente, più razionalmente irrazionale del Maestro del brivido.
Tenebre è un film impossibile, improbabile.
Una pellicola che si agita tra Andrzej Zulawski e Michelangelo Antonioni.
Che si (im)pone tra Claire Denis e Michael Mann.
Tenebre è delinquenza filmica. Un colpo basso trieriano. Un lavoro sinceramente disonesto.
È l'indigestione di tutta la sua poetica.
Tenebre è il suo lungometraggio più metalinguistico, ludico e funzionalista.
Il più slealmente "cinematografico", in un certo senso.
Il più iper-personale.
Quello più concettualmente pittoresco, argentianamente folkloristico.
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