Regia di Dario Argento vedi scheda film
Non appena lo scrittore americano Peter Neal sbarca a Roma per promuovere la sua ultima creatura, Tenebrae, un serial killer comincia a imperversare nella Capitale, lasciando sui luoghi dei delitti pagine di quel libro. Un commissario indaga a stretto contatto con lo scrittore, ma molto presto la scia di cadaveri si infoltisce in maniera sospetta: che il serial killer non agisca da solo?
Dopo Suspiria e Inferno, lavori più legati al paranormale, Dario Argento torna al 'buon vecchio' thriller-horror degli esordi con questo Tenebre. Opera parzialmente riuscita: il problema principale è la tenuta narrativa inferiore agli standard del regista, come sempre anche sceneggiatore; se la logica va qua e là barcollando, però la resa visiva del prodotto è degna del nome del suo autore, già ormai celeberrimo. E non a torto: anche in questa pellicola le scene sensazionali si sprecano, anche se ciò che si spreca sopra ogni altra cosa è il sangue, che riempie lo schermo a più riprese e spesso neppure in maniera più di tanto necessaria. Buone indicazioni anche dal cast, altro lato positivo del film: Giuliano Gemma, John Saxon, Anthony Franciosa, John Steiner riescono a non far pesare troppo la presenza di interpreti non proprio all'altezza come Christian Borromeo o l'accoppiata Veronica Lario - Ania Pieroni (le amanti di Berlusconi e di Craxi: coincidenze, naturalmente, soltanto assurde coincidenze); anche la moglie del regista, Daria Nicolodi, è della partita: senza infamia nè lode. Ritmo rocambolesco, musiche non sempre azzeccatissime di Simonetti-Morante-Pignatelli, produce come al solito Salvatore - il padre - Argento. 5/10.
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