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Tenebre

Regia di Dario Argento vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Tenebre

di hallorann
10 stelle

Tenebre” può essere definito un film politico? Le cruente uccisioni di Anja Pieroni (amante di Bettino Craxi nei ruggenti anni ottanta) e di Veronica Lario (futura consorte Berlusconi) potrebbero risultare tali. Sono solo curiose coincidenze, poiché all’epoca non erano ancora coppie più o meno ufficiali. Dario Argento apre la sua ottava pellicola leggendo un passo significativo del libro-protagonista Tenebrae. Un incipit al calor di una fiamma poco rassicurante in cui scorreranno i titoli di testa, luminoso come il sole malato che accompagnerà gli esterni di Tenebre, senza la desinenza della prima declinazione latina. Argento era reduce da un’esperienza americana da film de paura, la traspose su carta nei soliti alberghetti tristi e sinistri. Gli omicidi efferati posti in primo piano nella narrazione con l’armamentario di guanti neri, lame, rasoi e asce sono la vera rivoluzione Argentiana di stile e contenuti. Lo scrittore di successo Peter Neal è una proiezione del regista stesso: un critico ossessionato dalla perversione umana compie degli omicidi tributo al suo regista guru e lui, il regista, viene risvegliato della sua furia omicida e ne prosegue l’opera di eliminazione fisica. Era la risposta crudele e sanguinolenta del buon Dario a chi lo contestava, lo criticava e lo stroncava senza pietà per tutti i titoli precedenti. In Italia, solo in Italia. Argento, da uomo dotato di ironia, si è divertito (a differenza dello scrittore da best-seller non è mai stato un moralista). Una orrenda scultura punisce lo scrittore, ma poco prima era riuscito a castigare il capitano Germani. Il tutore dell’ordine, il rappresentante delle forze dell’ordine è, probabilmente, il tratto politico e contestatorio del film. Come voleva la prassi dei suoi gialli o del giallo anni settanta. Un’appendice (nel 1982) ancora efficace, inserita non semplicemente come espediente narrativo. Il non glorioso capitano brancola nel buio, con la collega ispettrice arrivano sempre troppo tardi, a omicidio avvenuto. Germani stesso si affida all’inaffidabile Neal per dargli indizi, elementi. Soltanto in conclusione arriva alla soluzione ma ne resta beffato. La scoperta del covo, inoltre, era stata casuale e geniale.

 

scena

Tenebre (1982): scena

 

Non è l’utilizzo della Louma o il sangue copioso che compone anche pitture astratte sui muri a fare grande “Tenebre”. O la citazione di Conan Doyle. No, è l’architettura fisica e visiva inventata da Argento: i villini, le ampie vetrate, il quartiere avveniristico Eur, l’idea di città stessa luogo della vicenda, senza soluzione di continuità tra New York e Roma. E’ la rottura del dittico Omicidio-Indagine, sono i personaggi femminili affascinanti e indimenticabili: la coppia lesbo D’Angelo/Banti in primis, la Eva Robins dal passato rivelatore e le scarpette rosse, la cupa Jane della Lario e la stessa Pieroni/Elsa Manni (un cognome caro alla filmografia Argentiana). E poi il feticcio incolume Daria Nicolodi. Ci sarebbe qualcosa da dire perché salva solo lei dal massacro. Implicazioni familiari, certo. Attori di razza e volti storici del B/Movie italiano brillano. Le musiche post progressive degli ex Goblin catturano ancora. Il capolavoro, però alla fin fine, è la morte di Blumer contestualizzata in una normalità apparentemente banale. Ed infine l’urlo di Munch ovvero Ann.

 

locandina

Tenebre (1982): locandina

 

scena

Tenebre (1982): scena

 

scena

Tenebre (1982): scena

scena

Tenebre (1982): scena

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