Regia di A. Van Dyke (Amasi Damiani) vedi scheda film
Una donna che lavora per uno scienziato atomico scompare d'improvviso nel nulla; lo stesso accade al suo fidanzato. Nel timore che i due stiano vendendo un'importantissima formula a qualche superpotenza straniera, un ispettore e un detective privato cominciano a indagare. Il mistero si fa via via sempre più fitto.
Una delle prime regie del livornese Amasi Damiani, alle prese qui con uno spionistico dalla trama flebile flebile e, quanto peggio, con un budget ristretto ai minimi termini. Un brivido sulla pelle è una pellicola piuttosto striminzita a partire dalla durata, che arriva a malapena a sfiorare gli ottanta minuti; ma ciò che maggiormente conta è la scarsità di tensione e di ritmo per un lavoro che di tali elementi dovrebbe fare i suoi ingredienti principali. Spiccano nel cast i nomi assolutamente validi di Femi Benussi, Alan Collins (cioè Luciano Pigozzi), Virginia Honor (alias Maria Virginia Onorato), Ivan Scratt (all'anagrafe Giovanni Ivan Scratuglia), Marius La Frank (vale a dire Mario Lanfranchi) e Jim Hamilton (ovvero Gianni Medici). Anche lo stesso Damiani, accreditato qui nel triplice ruolo di regista, sceneggiatore e montatore, sceglie uno pseudonimo inglese dietro cui ripararsi: A. Van Dyke. Il soggetto è di Gregorio Lo Cascio, che con questo titolo entra ed esce contemporaneamente dalla storia del cinema. Tra le pecche del prodotto occorre segnalare inoltre una fragile costruzione dei personaggi e una serie di dialoghi un po' tirati via: siamo ampiamente in territori di cinema alimentare. Forse l'unico 'brivido' vero e proprio di tutta l'operazione sta nella sequenza in cui Femi Benussi accenna a uno spogliarello. 2,5/10.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta