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La meccanica delle ombre

Regia di Thomas Kruithof vedi scheda film

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La recensione su La meccanica delle ombre

di LAMPUR
2 stelle

locandina

La meccanica delle ombre (2016): locandina

 

Dopo aver visto il film, ho visionato i pareri su FilmTv, apprendendo - con grande sconcerto - che il film non era comunque dispiaciuto, anzi. A questo punto non so se debba preoccuparmi io, della mia perenne scontentezza in presenza di supponenti opere thriller che contravvengono a qualsiasi basilare regola di logicità, oppure debba chiudere, ogni volta, più di un occhio e fare appello massicciamente all’abusata sospensione dell’incredulità. Può avvenire, concordo, ma non in questa occasione.

Duval, anonimo travet disoccupato e con problemi di alcolismo, viene assunto come sbobinatore di nastri con registrazioni telefoniche.

E già qui, sforiamo subito. Servizi segreti ombra, che tramano per l’elezione del nuovo capo di governo francese, tessendo trame antigovernative e rendendosi complici anche di eliminazioni fisiche di personaggi scomodi, affidano la trascrizione di conversazioni carpite illegalmente ad un pinco pallo qualsiasi. Che avrebbe potuto beccare anche il Comandante dell’Aeronautica Francese confessare come i suoi Mirage, all’epoca, avessero mancato Gheddafi pigliando in pieno un DC9 a Ustica.

 

Ma lasciamo correre.

 

Il nostro travet viene coinvolto da uno dei suoi ”datori di lavoro” e resta testimone anche di un omicidio. Chiunque, dico CHIUNQUE, a quel punto lo farebbe fuori, è una pericolosissima mina vagante… ma poi come lo facciamo andare avanti il thrillerino? No, al travet viene detto tutto ok così, fai finta di niente: nel frattempo, ovviamente, lo braccano i servizi segreti veri, e quelli farlocchi, neanche se ne accorgono.

E deve dare i resti pure ad Alba Rohrwacher messa là giusto per dare un tocco di femminilità e di accento romanesco cha a Parigi non guasta mai. Il nostro travet, intanto, viene rapito a turno dai buoni e dai cattivi, che per inseguirsi e acchiapparsi sembra proprio non possano fare a meno del nostro piccolo e  sballottato, eroe.

 

Ma lasciamo correre.

 

Ora lo perseguono in un tira e molla degno di Gianni e Pinotto, sia quelli che tramano sia quelli che difendono, i secondi pronti a tradire, e i primi pronti ad immolarsi in una scena finale epica e degna di Topolino: forze schierate, i cattivi cercano di corrompere i buoni, hanno le carte giuste in mano, ma deve essere un discorso privato lontano da occhi e orecchie indiscrete: vengono allontanate le forze in campo, spenti i microfoni.. ah no, scusate, il travet può rimanere a guardare e sentire cose inascoltabili e segretissime…

 

Ma lasciamo correre. Lasciamo correre davvero.  

    

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