Regia di Alberto Bevilacqua vedi scheda film
Il cinema di Bevilacqua è caratterizzato dalla presenza predominante di due figure, dall'indole totalmente opposta, che si fronteggiano con costanza e con furore. Sono degli scontri duri ed accesi nei quali ad uscire vittorioso è sempre il personaggio che conduce una vita piú onesta ed edificante.
Risulta facile rendersi conto di ció visionando due pellicole appartenenti alla sua filmografia:''attenti al buffone'' e ''questa specie d'amore''.
Nella prima, vale a dire quella con protagonista Manfredi, la contrapposizione tra il bene e il male risulta marcata ed evidente.
Nella seconda, anche se meno vivida ed intensa, è ugualmente ben visibile visto che viene animata dai padri dei rispettivi coniugi: quello della sposa è un mercante disonesto che si è arricchito a dismisura con le sue azioni truffaldine, l'altro invece è un artigiano che, per la sua correttezza,si è fatto apprezzare nel lavoro ed in politica.
Anche in ''questa specie d'amore'' sono i buoni sentimenti ad avere la meglio su quelli contaminati dalla voglia incessante di arricchirsi.
E lo si percepisce nel momento in cui il rapporto tra i due sposi viene risanato dalle sane abitudini che coinvolgono tutti quelli che frequentano la casa dell'artigiano, dove hanno trovato ospitalità anche loro.
Lo stile utilizzato per esporre i fatti è troppo pomposo ed inefficace nel saper amalgamare bene tutte le vicende che si susseguono nel film.
Evidentemente Bevilacqua era un regista troppo ambizioso che, per cercare di impressionare,finiva quasi sempre per perdere di vista la genuinità.
I suoi film ,infatti,sono freddi e quindi poco coinvolgenti.
Qualcosa di buono peró sono riuscito a rintracciarla anche qui.
Ad esempio ho apprezzato tutte quelle scene che ci fanno rendere conto della stima che il figlio aveva per il suo babbo.
Un padre che è riuscito a farsi volere bene perchè ha combattuto tutte le difficoltà della vita senza mai lamentarsi.
Con i suoi sigari, che accendeva con un sistema che a prima vista poteva sembrare magico, andava sempre avanti, non perdeva la calma nemmeno nelle situazioni piú disperate. Ed il protagonista ha le lacrime agli occhi mentre rivive con il pensiero tutti quei momenti.
Comunque questo fu il secondo film in cui il regista parmense diresse Tognazzi. Non ebbe lo stesso successo di pubblico del primo ma dalla critica venne apprezzato lo stesso.
''Attenti al buffone'' invece fu un flop clamoroso ed anche Manfredi ammise, a distanza di tempo, che il film non era venuto bene.
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