Regia di Henry Hathaway vedi scheda film
Buon film di spionaggio, genere in cui Hathaway si cimentò abbastanza in quegli anni. L'inizio è semi-documentaristico, poi l'azione drammatica prende piede e ci si trova in un film di finzione vero e proprio (anche se gli eventi sono realmente accaduti). Il fatto che sia una storia vera lo si vede anche da alcune morti improvvise e non annunciate, e dalla crudezza della storia in sé. Il regista mantiene una certa distanza dai singoli personaggi, e da certi codici di comportamento delle spie. Pur parteggiando per la loro azione di contrasto alla Germania nazista e alla Francia collaborazionista, Hathaway sembra lanciare dubbi "subliminali" su certe consuetudini delle spie, come il cianuro sempre a portata di mano in caso di arresto, e la spregiudicatezza che adottano per condurre a termine la loro missione. Altro elemento disumano del loro ambiente e il gioco di finzioni, simulazioni, e le molte situazioni in cui si è o si ha davanti doppio- o triplogiochisti. In un mondo di questo tipo è molto difficile e rischioso fidarsi di chiunque. Comunque, benché a prezzi alti di vite umane, la missione viene portata avanti.
Da segnalare l'interpretazione di James Cagney, che fu bravo poche volte al di fuori dal suo ruolo, che era quello del gangster. Richard Conte è efficace, anche perché avezzo a ruoli ambigui o negativi. Per il resto, rilevo il personaggio del "super-collaborazionista" francese, che compare in scena pochissimo ma è tuttavia interessante. Ci si aspetta un mefistofele e un uomo di personalità imponente, invece è un un tipetto viscido e meschino, ruffiano e opportunista. Probabilmente collabora non per affinità ideologica ma solo perché crede che i tedeschi vinceranno.
E' un film teso, dotato di buona forza drammatica, interessante anche perché è uno spaccato fedele dello spionaggio durante la II Guerra Mondiale. Il finale, forse, è un po' troppo brusco e comunque non convenzionale.
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