Regia di Sean Baker vedi scheda film
Cosa si nasconde dietro al sogno del divertimento americano
Sono uscito da questo film con le orecchie frastornate dalle grida della bambina protagonista che anche quando (raramente) non urla ha una voce insopportabile (nel doppiaggio, peraltro modesto). Un film che nell’intento e nel contesto che vuole rappresentare è certamente interessante, una Florida defilata rispetto al sogno del divertimento americano. Qui si consuma la vita di stenti di famiglie che sfidano la loro capacità di sopravvivere, l'unica ancora della loro salvezza è l’ottimo Dafoe nel difficile ruolo di capo del Motel dove i nostri protagonisti vivono giorno per giorno cercando di dare dignità alla propria vita ai margini. I protagonisti sono i bambini ai quali basta poco trovare un pretesto per divertisti anche nell’illegalità che per loro diventa presto una componente inevitabile. Altro elemento centrale del film è l’uso dei pastelli che colorano tutto quasi a voler stigmatizzare il fatto che non basta un colore per nascondere una vita in bianco e nero (la fotografia è eccellente). Tuttavia il film c’entra pochi dei propri obiettivi, resteranno le urla dei bambini, una sceneggiatura banale (con mamma che si prostituisce e con servizi sociali che intervengono) che non decolla mai e a metà il film potrebbe già finire perché è tutto è già scritto, peraltro con una sintesi che non arriva mai nemmeno nel finale. Se fosse un documentario sarebbe un prodotto eccellente, per essere un film a noi è sembrato modesto.
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